Una verticale di Barolo, la narrazione bislacca di un ministro e adesso una Mogliano distopica. Vado?

Immaginate che la speculazione edilizia ci congiunga con la periferia mestrina, incubo Chirignago; sognate che tutti i campi, ma proprio tutti, vengano ricoperto da pannelli solari, campagna rovigotta; pensate a un traffico sul Terraglio talmente intenso, modello Pontebbana, che si riversa sulle altre strade comunali e infine, perché no fantasticate sullo Zero e sul Dese ridotti a poveri rivoli di acque maleodoranti scaricate da aziende fedifraghe.

Un bel futuro? No, si deve dire uno scenario distopico per la nostra gioiosa cittadina. Distopico.

Facciamo i bravi rubrichisti e spieghiamo che il nostro contrario di utopico deriva dal greco “dys (cattivo) e topos (luogo)”, letteralmente cattivo luogo. Quindi distopico vuol dire sfi… sfortunato. In particolare, un futuro storto. Tipo Orwell, “1984” oppure per chi non ha letto il libro come la serie televisiva “Squid game”. Ecco i sudcoreani sono distopici forse perché a pochi chilometri a nord hanno uno che l’arma “fine del mondo” ce l’ha sul serio. Film citato “Il dottor Stranamore”, quello di Kubrick.

Meno letterature, meno filmografia, le preoccupazioni sono serie e pronosticare una società in cui sorveglianza di massa e controllo mediatico si trasformano in una democrazia monca, senza diritti civili e con invalicabili disuguaglianze economiche non è proprio un gioco accademico. Sento già gli sbadigli e quindi vado sul catastrofismo ecologico che affascina di più. In questi due mesi abbiamo avuto già le prove generali (futuro prossimo) di una siccità e di una temperatura record, di precipitazioni estreme (stanotte a Nervesa), del nostro ghiacciaio Veneto (Marmolada) che si scioglie 7 centimetri al giorno. Insomma, uno distopico (pessimista sfigato musone) lo diventa per forza.

Obiezione. Come ci si può lamentare o preoccupare quando noi veneti abbiamo perle come Cortina e Venezia?

Sono ambedue indirizzate verso un turismo intelligente. Non fatevi ingannare dalla costruzione di un nuovo albergo al Tronchetto con 440 stanze, né fatevi turbare dalla futura pista da bob che costerà solo 120 milioni (milioni) di euro.

Riportiamo tutto alla barra iniziale: la distopia. Una moda anche positiva. L’immaginarsi un futuro nero può essere utile, può far prendere decisioni nella direzione giusta, può farvi venire una buona idea quando siete alle strette. Quindi viva l’amico con le venette bluastre da bar che vede scuro ovunque e che quando gli confidate di un dolorino alla schiena lui dice che anche L. ha cominciato così e poi purtroppo… Voi lasciate perdere, lo lasciate là al banco e anche il dolorino distopico se ne va.

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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