Avrei dovuto titolare questo breve articolo con il termine Chirotteri. Questo, però, non avrebbe messo in fuga il novanta per cento dei lettori, come fa invece il termine pipistrelli e dunque ho preferito selezionare la platea modestissima dei miei estimatori preventivamente.
Capisco comunque le obbiezioni e rimostranze e quanti si dicono: “ma perché non ci ha parlato della Lupa di Cimadolmo, invece che dei rivoltanti pipistrelli draculeschi?”. Tranquilli, comunque, che alla Lupa di Cimadolmo, attuale stella dei Social, arriveremo; abbiate pazienza.
Eccoci, dunque, a quelle orribili creature – l’espressione “creatura” non è scientifica, ma deriva dal vocabolario religioso creazionista e dunque è da rifiutare – che popolano i nostri incubi e che non si riesce a capire perché, appunto, sono stati creati dal Padreterno.
Cosa possiamo dire di loro e, soprattutto a loro discolpa?
Beh, innanzitutto che esistono e che, per questo solo fatto, sono degni di esserci, non solo, ma che svolgono anche qualche misterioso ruolo ecologico. Che sono pertanto “utili” all’economia ecologica dell’Ecosfera planetaria, costituendo un tassello dello sconfinato mosaico che rappresenta la biodiversità del Pianeta.
Tutto questo, però, è semplicistico, anzi, banale e dunque passiamo alle cose serie.
Facendolo dobbiamo dire che i Pipistrelli, in genere, sono autentici, spettacolari e splendidi capolavori dell’evoluzione naturale. Sono mammiferi volanti, come a dire che, al pari degli umani e degli altri mammiferi sono dotati di placenta e allattano i figli; non solo, ma che sono in grado di volare, di muoversi, cioè, in ambiente aereo e dunque sono l’incarnazione del sogno di Icaro.
La struttura scheletrica dei pipistrelli è stata sicuramente studiata da Leonardo e da altri utopisti per trarne ispirazione tecnica e disegnare poi le strutture alari destinate agli uomini e al sogno del volo. Le loro ali, comunque, altro non sono che le nostre mani, in cui le dita sono state allungate a dismisura e collegate da una membrana. A fare la differenza, inoltre, c’è la muscolatura pettorale, che lo stesso battito delle ali comanda e che nel caso dei Pipistrelli, così come negli uccelli, risulta notevolmente e adeguatamente sviluppata. Icaro, in sostanza, avrebbe dovuto avere un petto largo un metro e mezzo, per riuscire a volare.
Questo, tuttavia, ancora non basta, perché del tutto speciali, nei Pipistrelli sono il sistema circolatorio, che consente loro di appendersi a testa in giù e di rimanervi in quiescenza a volte per mesi e inoltre, chicca straordinaria, il sistema di localizzazione e di cattura delle prede.
È la natura, infatti, ad aver inventato il sonar e dunque il sistema di localizzazione mediante onde sonore di ritorno e l’ha fatto mediante il percorso evolutivo che ha riguardato proprio i Pipistrelli. Questo straordinario dispositivo consente loro di localizzare le minuscole prede di cui si nutrono e gli ostacoli che il volo nel buio o nella semioscurità renderebbe estremamente pericolosi.
La curiosità successiva riguarda il “mestiere ecologico” dei Pipistrelli; come a dire, “di che cosa si nutrono”. Ebbene i nostri Pipistrelli e dunque le specie (alcune decine) che vivono nell’Italia settentrionale, si nutrono di piccoli insetti volanti, dalle falene alle zanzare. In altre realtà, lontane e di tipo tropicale invece, i Pipistrelli si nutrono anche di frutta e persino di sangue, che suggono dal corpo dei mammiferi, compreso l’uomo, nottetempo.
Per tutte le ragioni esposte, oltre che per il fatto che il massiccio uso degli insetticidi chimici ne ha letteralmente decimato le popolazioni, se e quando ci capitasse di avere un pipistrello tra le mani (prudenza, perché se impauriti mordono), è il caso di osservarlo attentamente. Soltanto così possiamo superare l’istinto repulsivo che troppo spesso distinguer l’atteggiamento degli umani verso certi gruppi animali.
Comunque sia, attente donne, perché i Pipistrelli sono irresistibilmente attratti dalle vostre folte e lucenti capigliature, e una volta che vi si sono impigliati, altro da fare non c’è se non la rasatura a zero. Se ovviamente trovate un parrucchiere disposto a farvela.