Poche parole possono recriminare l’onta di essere state spodestate e sostituite in così breve tempo e in modo così definitivo. La vincitrice è “resiliente” e la vittima è resistente, due aggettivi (un po’ anche participi) che sono indicatori di quanto la nostra lingua italiana cambi, si rinnovi, stufi ed esageri.

Resiliente dunque, vale più di resistente perché quest’ultimo è più rigido, regge regge e poi crack si spezza. Invece il resiliente flette, si adegua, sembra spacciato e poi si ricompone, torna alla forma iniziale. Più bravo insomma. Una persona, un carattere, un materiale e così via fino ad arrivare al PNRR, l’ultima “erre” sta appunto per resiliente. Non ho capito se dopo il PNRR tutto tornerà a posto, se è tutto gratis oppure pagheranno le generazioni future. Affari loro.

A proposito di Europa la signora Jessika Roswall, svedese o giù di lì, è la nuova commissaria per la “resilienza idrica”, buono a sapersi per i romagnoli in questi giorni e per quelli di Silea.

Facciamo altri duecentouno esempi in cui tal participio presente ingombra il nostro linguaggio. Scherzo solo un paio. L’economia diventa resiliente quando assorbe e resiste a una crisi. Lo vedremo adesso dalle nostre parti in Veneto quando esporteremo un meno 15% nella Germania in crisi.

E nelle infrastrutture? Saremo in grado di adattare (resiliendo) le nostre strade, i nostri fiumi, le nostre spiagge ai disastri ambientali? Metteremo ancora gli elettromestici nelle taverne? Daremo tutta la colpa alle nutrie? Che sono già brutte di suo. La nostra previdenza (welfare) resisterà (ahi) al calo demografico quando ci saranno due pensionati per un lavoratore?

E poi c’è il versante personale. Fioriscono i corsi di resilienza, i complimenti: “Hai un carattere solare e resiliente”. Bisogna diventare resilienti alle difficoltà, avere vent’anni fino ai quaranta, vestirsi da giovani, criticare tutto ma poi non fare niente per cambiare qualcosa.

Comunque, tranquilli i “resistenti”. Ancora un sì convinto per la Resistenza partigiana, tutta da riscoprire e attuare. Ecco su quella elettrica non ho mai avuto le idee chiare, mi pare riscaldasse i fili, ma sembra ormai fuori moda, al massimo qualche incendio di origine accidentale.

 Torniamo a sorridere, ho un bel ritaglio del quotidiano di ieri.

Sentite questa “A Montebelluna nasce una nuova bocciofila. Gli appassionati hanno scelto come nome dell’associazione “Stai sereno” il famoso augurio”.  Su quel gruppo penderà la iattura di Renzi su Letta? I nostri bocciofili si divideranno in sottogruppi? Ci saranno scissioni? Secessioni? Auguriamo loro di essere resilienti al destino, flessibili e gommosi come la gomma americana. Pardon chewingum.

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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