Nei giorni scorsi a seguito di una lunga malattia è venuto a mancare il dottor Claudio Vio, dirigente psicologo e specializzato in neuropsichiatria clinica.
A darne notizia è stata l’azienda sanitaria Ulss4 attraverso un post sul proprio profilo social.
Giunto all’Ulss 4, il dottor Vio ha ricevuto l’incarico di Alta Specializzazione nei Disturbi del Neuro Sviluppo ed è stato responsabile dell’unità operativa Età Evolutiva”.
È stato Docente al Master di II livello in “Psicopatologia dell’Apprendimento” al Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università degli Studi di Padova.
Docente e vicedirettore del Master di II livello in “Psicopatologie dello sviluppo”, al Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova e Professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione del Ciclo di Vita – Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova.
La sua figura è stata significativa per molti ragazzi con difficoltà di apprendimento, che ha accompagnato nel loro percorso di crescita: non stupisce la riconoscenza di molte delle famiglie con cui il dottore è venuto a contatto, riconoscenza che gli deve anche il mondo della scuola che ha trovato in lui un riferimento scientifico ed umano, nell’accompagnare gli studenti con difficoltà di apprendimento, aiutando molti docenti a comprendere le problematiche legate alle difficoltà di apprendimento.
Per questo motivo abbiamo chiesto a Mariantonia Brustolin, professoressa di storia e filosofia, un tempo psicopedagogista presso l’ic di Roncade, un ricordo di Claudio Vio che di seguito riportiamo:
“Erano gli anni duemila, non ricordo precisamente l’anno in cui conobbi il Dott. Vio, comunque rammento ancora le aspettative e l’emozione che mi avevano portato ad incontrarlo. Lui aveva una fama che lo precedeva per cui con estrema umiltà mi presentai nel suo studio all’Ulss di San Donà: allora ero referente per la disabilità del mio Istituto, mi chiamavano psicopedagogista, andai ovviamente per motivi di lavoro, ma mi sentii a casa di un amico.
Aveva uno studio piccolissimo: la scrivania era in disordine, ricoperta di fascicoli e carte e si faceva fatica a intravederlo però la illuminò subito con un immenso sorriso; entrammo subito in confidenza; lui era così, semplice, buono immenso, ricordava tutti i casi che seguiva e i pazienti li chiamava per nome di battesimo, gli raccontai che pure io ero dislessica e che me ne ero resa conto in età adulta durante gli anni universitari grazie all’interessamento di un professore, lui mi ascoltò e alla fine mi disse:- ….ti sei compensata bene, ma hai fatto una fatica terribile.
Mi propose dei corsi che teneva per varie associazioni, cercai di seguirli quando mi era possibile, mi presentò i suoi collaboratori, per lo più suoi ex tirocinanti, per tutti nutriva una profonda stima e rispetto, negli anni gli proposi anch’io delle persone per tirocini che lui accettò e valorizzò.
La sua vita era il lavoro, lo portava nel cuore, quando mi disse che sarebbe andato in pensione l’espressione era di rammarico; infatti, alla fine tornò a prendersi cura dei suoi BES.
In un periodo difficile della mia vita lavorativa mi diede supporto, io non ero niente per lui, ma si fece in quattro: parlò a mia insaputa con persone e mi produsse una lettera di referenze che conservo ancora gelosamente.
Era ironico e sdrammatizzava anche le situazioni più tragiche, trovava sempre una soluzione, collaborava tantissimo con la scuola ritenendo che un insegnante potesse far la differenza, e formava sempre, sempre, anche con una chiacchierata informale; aveva un enorme rispetto per tutti: per gli insegnanti, per i dirigenti, per i colleghi, per le persone mal attrezzate, le più semplici e per gli ultimi.
Aveva un intuito fortissimo, gli bastavano pochi minuti per inquadrare un caso e produrre una diagnosi, ho conosciuto tante persone nel mio lavoro, ma lui era unico in questo e non sbagliava mai.
Ho saputo della sua malattia a maggio e l’ho pensato spesso sperando che ne potesse uscire, ma la situazione che mi avevano dipinto era molto grave.
Claudio caro, ti porterò nel mio cuore fai un buon viaggio“