Il sindaco di Zero Branco è Luca Durighetto. Giovane, spigliato, mi ricorda non so perché Cattelan con la barba, disinvolto, spiritoso ma che sa essere tosto al momento giusto. Insomma, gli voglio bene non solo perché è stato mio allievo ma anche perché è intelligente. E quindi gli faccio subito una domanda carogna.
Ormai stai diventando l’eroe dello Zero, Zeroman. Prima lo difendi dagli sversamenti e adesso lo proteggi dalle piene con un invaso.
Ma va! Intanto l’invaso non è sul fiume Zero è sulla Vernise, un suo affluente. Beh lo sai, non hai scritto un libro sul fiume?
Sì, intanto una bella vasca di contenimento dalle piene l’hai fatta tu nel tuo comune.
Calma. Siamo riusciti a farla insieme al Consorzio Acque Risorgive e con molti soldi della Regione. Quindi siamo orgogliosi di averle fatte, sono due, ma sono frutto di una bella collaborazione.
E anche in un momento importante.
Sì, quello che succede è impressionante. Queste famose “bombe d’acqua” sconvolgono previsioni e difese. Poi da noi qui ci sono le bassure, zone di campi più bassi che andavano sotto e zone dove le strade erano ancora più basse. Adesso non succede più, o meglio non dovrebbe più succedere.
Ricordo la zona del Montiron che nonostante il nome andava spesso sotto…
Ohi, ecco lo storico. E non era l’unica. Sai bene che lo Zero non è più solo un fiume di risorgiva come una volta. I fiumi di risorgiva erano più stabili di quelli torrentizi di montagna. Piave e Sile hanno una storia di inondazioni ben diversa. Sei tu il profe. Adesso lo Zero riceve molta più acqua dai canali di irrigazione sotto Castelfranco. Acqua che viene dal Piave.
Sei preparato. Allora ti faccio una domanda più difficile. Perché lo Zero ha ormai quel color marron triste in ogni stagione?
Se non l’hai scordato noi siamo stati in prima linea contro gli sversamenti. Denunce, perlustrazioni, numero telefonico a disposizione dei cittadini. Io stesso con qualche assessore ho risalito il fiume in cerca degli inquinatori. E poi l’hanno beccato. Sopra di noi, Comune di Vedelago per essere precisi, il solito allevatore fedifrago. Ma ho paura che ci siano altri problemi.
(prende il telefono e si lancia in una discussione interminabile con un tipo dell’Arpav su questa faccenda. Ci sono dei sedimenti, della sabbia che intorpidiscono le acque. Mette giù il telefono e scuote la testa. Non è chiaro solo il corso d’acqua ma neanche il perché di questo fenomeno).
Ascolta però a proposito di trasparenza avete piantato un sacco di piante fitodepuratrici.
Beh, sulla Vernise ne abbiamo messe a dimora 8250. Non poche e difatti l’acqua è più trasparente, poi quando si butta nello Zero l’effetto svanisce. Comunque, i soldi inizialmente venivano proprio da questo. Si voleva che la laguna fosse meno inquinata, meno azoto meno fosforo…
Dammi altri numeri.
Eccoli. L’area golenale è di 4,2 ettari lungo lo scolo Vernise. L’invaso potrà contenere tre 50.000/60.000 m³ d’acqua in caso di piene.
I due scopi di queste vasche di laminazione sono chiari: stop agli allagamenti e stop all’inquinamento specie agricolo, però voi furbetti amministratori di Zero Branco ne avete aggiunto un terzo.
Furbetti… semplicemente abbiamo sfruttato una situazione ideale. L’argine della Vernise è diventata una greenway, so che non ti piace la parola, insomma una via transitabile per chi cammina, chi va in bici in mezzo alla natura, ai campi, agli alberi. Cosa vuoi di più? Un’occasione per tutti: i ragazzi che possono fare un giro lontano dalla strada pericolosa, gli anziani come te che vogliono ritrovare la campagna e il passato perduto…
Anziano un corno, tanto sono sicuro che ci stenderai sopra mezzo metro di asfalto.
Neanche per sogno. Se vuoi la mia opinione continuerà ad essere un “careson”, con l’erba e i due binari di terra battuta come una volta. Beh, comunque sentiremo i tecnici. È un argine basso e sopra passano e fanno manovre i mezzi del Consorzio e quelli agricoli, e quando si girano sono dolori.
Quanti chilometri sono?
Quattro e poi aggiungici quelli per collegarsi con l’Ostilia, l’altra pista ciclabile che viene da Treviso. Quindi è un altro bel tassello della mobilità dolce. Sai l’unica cosa che mi dispiace?
Dimmi.
Dovrai cambiare un paio di pagine del libro che hai scritto sul nostro fiume. Aggiungere questi due invasi che non avevi segnalato e in più la prima greenway realizzata nel bacino dello Zero. Ce li hai i soldi per una seconda edizione aggiornata?
No.