Fin dalla sua presentazione questa diretta erede della leggendaria utilitaria della Fiat si è posta subito come una vera e propria istant classic dalla fortissima personalità.
Per una volta non parliamo di automobili d’epoca ma di un modello tuttora circolante sulle nostre strade in migliaia di esemplari. Si tratta della Fiat 500, presentata con una grandiosa cerimonia a Torino sulle rive del Po il 4 luglio del 2007, esattamente cinquant’anni dopo il lancio la Nuova Cinquecento che a sua volta continuava l’eredità della Topolino e che costituì uno dei modelli fondamentali nella motorizzazione del paese degli anni Cinquanta.
Perché parlare della 500? Perché è stata il fenomeno di mercato più rilevante all’inizio del nuovo secolo e rappresenta l’esempio meglio riuscito delle cosiddette “repliche iconiche”, vetture cioè che si ispirano a modelli fondamentali nella storia dell’automobile. Reinterpretare un modello del passato è meno semplice di quanto sembri in quanto non solo bisogna adattare al gusto contemporaneo vecchi stilemi senza snaturarne l’identità originaria ma bisogna inoltre adattare le forme alla meccanica di un’automobile moderna, lontana anni luce da quella di mezzo secolo fa. Alla fine degli anni Novanta ci avevano già provato la Volkswagen con la New Beetle e la BMW con la Mini, aumentata nei volumi e riposizionata su una fascia di livello più alta tanto da dare origine ad una vera e propria famiglia. Ma i numeri di vendita della Fiat 500 (Car of the Year 1980) parlano di un successo commerciale ben maggiore con oltre 3,2 milioni di unità vendute nel mondo di cui 2,7 milioni in Europa dove contende alla Panda il primato di city-car più venduta. Un successo che naturalmente non è nato per caso.
La 500 deriva infatti dalla Trepiùno, una concept car disegnata dall’Advanced Design Fiat diretto da Roberto Giolito, esposta al Salone di Ginevra del 2004 per indicare le tendenze del Gruppo per il nuovo secolo. Ispirata alle forme della Nuova 500 del 1957, la vettura era una moderna citycar lunga solo 3,3 metri realizzata su un inedito e sofisticato pianale che univa acciai speciali e alluminio. Come le utilitarie moderne era naturalmente dotata di motore e trazione anteriori (al contrario della sua antenata) e presentava molti particolari futuristici come i fari anteriori rotondi multifunzione accompagnati da due fanalini ulteriori con funzione di indicatori di direzione e fari posteriori realizzati con schermi a cristalli liquidi.
Il successo di immagine fu tale che tre anni dopo si passò alla produzione in grande serie ma al fine di diminuire sensibilmente i costi la meccanica venne rivista in modo che la 500 potesse condividere il pianale della Panda di seconda generazione prodotta nel modernissimo stabilimento polacco di Tychy da cui sarebbe uscita anche la nuova Fiat. Giolito sviluppò la Trepiùno e ne nacque un capolavoro che conservava riconoscibilissima l’identità della Nuova 500 però con la raffinatezza di un prodotto premium che si contraddistingueva per l’alta tecnologia, la cura dei dettagli e un design elegante e originale sia interno che esterno. Grazie a questa immagine la 500, a parità di costi produttivi, poteva venire venduta con una maggiorazione di prezzo del 20% rispetto alla Panda. Al lancio fu proposta con due motorizzazioni a benzina, le stesse della Panda, un 1.2 da 69 CV e un 1.4 da 100 CV oltre a un MultiJet diesel 1.3 da 75 CV. Seguiranno poi la versione cabriolet (500 C) e Abarth, ormai diventate oggetto di collezione, la TwinAir con un bicilindrico raffreddato ad aria capolavoro di ingegneria meccanica, versioni a GPL e metano e naturalmente anche una versione elettrica.
Oggi il fenomeno 500 sembra non voler tramontare: modello di tendenza, capolavoro vintage, icona degli anni Duemila, le definizioni si sprecano per questa vetturetta nata quando la Fiat, appena passata dall’era Agnelli all’era Marchionne, era tutto sommato ancora un’industria italiana e il termine Stellantis sembrava riguardare solo l’astronomia. Resta il fatto che la 500 ha l’indubbio merito di aver interpretato alla perfezione un nuovo concetto di prodotto industriale e del relativo marketing diventando un brand nel brand, oggetto di desiderio per un pubblico trasversale che ama mettersi al volante di un mito della storia automobilistica ma vuole farlo con tutte le comodità della moderna tecnologia.
E scusate se è poco.