È appena stato pubblicato per l’editore Gaspari di Udine un volume complessivo sull’Italia occupata dopo Caporetto (1917-1918). Ne è autore lo storico Gustavo Corni, che recentemente ha ripreso alcuni dei suoi studi compiuti su questo tema negli anni Ottanta.
Il libro parte ovviamente dalla rotta di Caporetto e dall’invasione da parte dell’esercito austro-ungarico e di quello germanico. Un fatto militare, certo, una grande disfatta di fronte alla quale si assistette a una fuga generale della classe dirigente e di circa il 20% della popolazione che abitava nei territori che poi sarebbero rimasti occupati fino all’autunno del 1918. Le prime settimane furono terribili per i territori invasi: accanto alla paura e alle violenze, in particolare compiute dalle truppe germaniche, nei civili rimasti prese forza la consapevolezza di essere stati abbandonati dall’esercito italiano e, in definitiva, dall’Italia.
Dopo alcune settimane la politica degli eserciti di occupazione fu quella di cercare un modus vivendi con la popolazione; un approccio utile per poter sfruttare tutte le risorse, in particolare quelle agricole, e per utilizzare i civili, anche le donne, come manodopera militare. Il volume analizza uno degli aspetti più interessanti e controversi di quegli ultimi mesi di guerra, ovvero il nodo del collaborazionismo tra occupanti e occupati. Un fenomeno che si registra spesso in casi di genere, ma che vide come protagonisti attivi i parroci che dopo Caporetto, a differenza dei sindaci, in gran parte erano rimasti al loro posto accanto alle rispettive comunità. Il clero cercò di alleviare le sofferenze della popolazione locale, di essere in qualche modo un interlocutore presso i comandi militari per mediare tra l’esercito occupante e civili, di limitare le violenze nei confronti delle donne che provocarono delle ferite dolorose nei piccoli paesi di campagna. Grande rilievo occupa nel libro il tema della fame, che caratterizzò l’ultimo anno di guerra e che fu, è bene ricordarlo, una delle ragioni che portarono poi alla sconfitta dell’Austria-Ungheria.
Questo saggio, oltre a una serie di ricerche uscite in area veneta e friulana negli ultimi anni, prende in considerazione decine e decine di diari e memorie pubblicate subito dopo il conflitto, fonti molto preziose che rappresentano un punto di vista interno e inedito: quello dei civili. La presentazione del libro, organizzata dall’Associazione Omega, avverrà giovedì 24 ottobre, alle ore 18.00, presso il Centro Pastorale di Mogliano Veneto.
Gustavo Corni, già professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Trento, ha insegnato anche negli atenei di Venezia, Chieti e Trieste. È uno studioso di storia della Germania, delle dittature comparate e della storia sociale ed economica europea. Fra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo: Storia della Germania. Da Bismarck a Merkel (Il Saggiatore 2017); Weimar. La Germania dal 1918 al 1933 (Carocci 2020); Guglielmo II (Salerno 2022).
Treviso 06 11 2024 – Grazie di questo contributo…