Operazione nostalgia. Ricordate Gianni Morandi con il cuore e con le mani cantare che lui era un ragazzo e amava i Bitols e i Rolling Stones. Aveva il cravattino, la zazzera (ce l’ha ancora) e gli altri erano “i matusa”. Che bello, siamo negli anni 60 e proprio nel 1964 in Italia nascono un milione di baby. E l’ultima volta, il record, adesso ne sforniamo meno della metà. Era il baby boom, iniziato negli anni 50 e di lì a poco destinato a sfumare. Gli anziani, i matusa, scuotevano la testa di fronte a questi cappelloni, ai jeans, alle minigonne. I matusa. Parola sprofondata nell’oblio, nel ridicolo di chi voleva “fermare il vento” (Bob Dylan). Poi quei giovani coi pantaloni troppo stretti o le sottane troppo alte si sarebbero persi negli anni 70 e poi… banalità storiografiche.

Etimologia, il solito neologismo inglese: i boomer, frutto appunto di quel boom di nascite. Tradotto, i boomer sono diventati i matusa di adesso, è un gioco crudele a cui non vi potete sottrarre, oppure siete Gianni Morandi.

Ragionando su quel periodo colpisce come l’importanza della musica fosse fondamentale, come il rock abbia battuto il tempo di un cambiamento epocale. Un’unica chitarra-basso-batteria dalla guerra del Vietnam all’invasione di Praga, molto più efficace se paragonata alle gambotte della Swift Taylor di adesso. Meno importante era invece la tecnologia, sì il mangianastri, ma tutto arriva dopo. Il telefonino è della fine degli anni 90 e il successo di internet un po’ dopo e ci siamo ancora dentro.

Ma la domanda è questa: quando scompariranno i boomer? Facendo due conti quelli degli anni cinquanta hanno ancora quattro o cinque stagioni di margine: Erdogan è del ‘54, Xi Jinping del ‘53, Netanyahu del ‘49 e imberbe è la nostra Ursula Von Der Leyen che è del ‘58.

Riassunto delle righe precedenti: i boomer sono quelli che leggono queste righe, che guardano la televisione, che votano e che usano male il telefonino. Gli altri sono la generazione x, i millennials e così via a procedere. Esempio. Mia figlia lavora in un’azienda e ciclicamente le domando che cavolo di funzione abbia lì dentro. Mi risponde paziente che fa qualcosa di cui capisco solo la parola social, che ha a che fare con il marketing, online però. Io non insisto, non ho capito ma sono contento

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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