In quanto giovani interessati alla politica, abbiamo osservato con preoccupazione un fenomeno che ormai da tempo caratterizza la nostra realtà: la diminuzione costante della partecipazione alle assemblee e riunioni politiche. Questi momenti, che da sempre rappresentano il cuore della democrazia, lo spazio per confrontarsi e prendere decisioni, stanno diventando sempre più difficili da organizzare e portano a risultati scarsi se la presenza è bassa.

Ci troviamo a riflettere, dunque, su come poter coinvolgere nuovamente i cittadini in maniera più efficace. Un’idea che emerge è quella di affiancare agli strumenti tradizionali, come le assemblee, uno strumento a volte sottovalutato: il sondaggio. Questo metodo di raccolta delle opinioni offre grande praticità e velocità. Potrebbe quindi, in questo senso, rappresentare un mezzo per ottenere una visione generale su temi specifici.

È importante sottolineare che i sondaggi non possono e non devono sostituire la riflessione e la discussione articolata, che rimangono fondamentali per l’elaborazione di idee e proposte. Riteniamo però che l’utilizzo di sondaggi possa rendere il processo più inclusivo e comodo, soprattutto per chi, per vari motivi, non riesce a partecipare attivamente alle riunioni tradizionali.

Pensiamo, ad esempio, a contesti in cui serve raccogliere rapidamente un’opinione generale per rispondere a una questione urgente. Inoltre, i sondaggi possono rivelarsi utili quando si devono consultare persone che, per motivi di lavoro, distanza o altri impegni, non riescono a partecipare fisicamente a riunioni o assemblee. In questi casi, il sondaggio offre uno strumento pratico e democratico per permettere a tutti di esprimere il proprio punto di vista. Infine, quando è necessario avere un’idea generale del sentimento comune, questo strumento può fornire una visione d’insieme utile.

Nonostante i sondaggi non possano mai sostituire completamente le assemblee in cui si partecipa di persona, auspichiamo che vengano utilizzati in maniera sempre più ampia per i vantaggi evidenziati. Il loro uso, integrato a momenti di riflessione, può contribuire a una partecipazione più inclusiva, mantenendo vivo il dialogo anche nei contesti più complessi.

Mihai Sirbu e Alessandro Vinciati
Mihai Sirbu, nato e residente a Marcon, studente presso l'istituto Bruno-Franchetti. Vari interessi tra cui la tecnologia, la storia e l'attualità. Membro del gruppo Giovani di Marcon. Alessandro Vinciati. Studente. Nato a Conegliano e divenuto marconese all’ età di tre anni. Fluente in italiano, inglese e rumeno. Da sempre interessato a svariati ambiti: dalla Scienza alla Storia, dalla politica alla tecnologia ed ai motori. Membro del gruppo Giovani di Marcon.

1 COMMENT

  1. Carissimi, vedo con piacere che vi interessa la partecipazione della gente alla politica; questo sarebbe un punto di vitale importanza per l’andamento di un paese. Purtroppo, non sempre si realizza come dovrebbe. Sulla base della mia esperienza provo a dare qualche interpretazione, sperando vi possa essere d’aiuto. Innanzitutto, la vita caotica che siamo obbligati a fare, tra casa, lavoro, seguire i figli (anche qui ci sarebbe parecchio da dire), ci lascia veramente poco tempo, e gestire questo poco tempo che rimane non è sempre facile. La politica poi non ci ha aiutato granché, nonostante la voglia tanto sbandierata di semplificazione, in realtà tutto è diventato più difficile da gestire; pensate ad esempio ai vari siti internet delle amministrazioni: sono uno diverso dall’altro, per interagire ognuno ha un suo modo diverso, e per capirne il funzionamento devi leggere chilometri di pagine, spesso incomprensibili! Poi ci si lascia distrarre da quelle macchine infernali (i cellulari) che ci danno accesso ai cosiddetti “Social”, alle decine e decine di messaggi che riceviamo da parenti, amici, gente che in realtà non conosciamo neanche. Messaggi e interazioni che sono, nella maggior parte dei casi, completamente inutili, ma che comunque, come hanno dimostrato degli psicologi nelle loro ricerche sul comportamento umano, vanno a stimolare nel nostro cervello quelle stesse aree che vengono stimolate dall’uso di alcolici e droghe, rendendoci patologicamente dipendenti. Inoltre, esiste una grave diffusissima convinzione nella maggior parte della gente: si pensa comunemente che il singolo cittadino non possa influire in maniera sostanziale nelle scelte politiche, e di questo, sicuramente, la colpa è da addebitare agli stessi politici. Quante volte abbiamo sentito dire: “tanto fanno quello che vogliono”, oppure: “con tutti i problemi che ci sono, pensano a fare le leggi che non interessano la vita della gente”?
    Esiste, di fatto, un vero e proprio “muro di gomma”, contro il quale il cittadino si trova spesso a combattere. E la politica non risolve questi problemi. Basti pensare alle persone anziane, che si trovano a dover interagire, per i loro bisogni, con risponditori telefonici che usano l’intelligenza artificiale. Per la maggior parte degli anziani questi sono completamente inutili. Pensate ad una persona anziana, che magari non ha potuto istruirsi tanto a suo tempo, perché è dovuta andare a lavorare, che magari parla solo in dialetto. Pensate a cosa succede quando una di queste persone chiama, ad esempio, il proprio fornitore di gas o energia elettrica. Si trova davanti un messaggio registrato che, molto velocemente, gli chiede di premere il tasto 1, se deve fare una operazione, il tasto 2, se ne deve fare un’altra, e così via. Nessuna possibilità di parlare con una persona, magari in dialetto, tanto che, nella maggior parte dei casi, questi anziani, mettono giù il telefono perché non riescono a capire questi messaggi troppo veloci o non riescono a fare la scelta giusta. Oppure il risponditore ti dice di vedere il sito web per avere maggiori dettagli. Si, me lo vedo proprio il nonno 87enne, che parla solo in dialetto e ci vede poco, a prendere il suo computer di ultima generazione e navigare sui siti!
    Quindi, in sostanza, se vogliamo riavvicinare la gente alla politica, il sondaggio potrebbe essere una buona idea, ma teniamo presente che il sondaggio viene creato dai politici, sono loro che fanno le domande e ti vincolano nelle risposte. Penso, per concludere, che sarebbe quanto mai opportuno mettere un numero di telefono, con un orario ben chiaro, a disposizione della gente per poter telefonare e chiedere direttamente di risolvere i problemi concreti che si hanno. Questo sistema sarebbe senza dubbio efficace, a condizione che poi i problemi vengano portati nelle sedi opportune, non solo per venire discussi, ma possibilmente per essere risolti. Basta vedere i programmi televisivi in cui i telespettatori possono intervenire per fare domande agli ospiti della trasmissione: sono seguitissimi e pieni di interventi.
    Penso che questa sarebbe la chiave giusta per ottenere la partecipazione della gente alla politica. Se veramente vogliamo farlo.

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