Vi preparate, tanto o poco, in previsione di un viaggio?
È la domanda che pongo spesso quando faccio formazione. È accolta con generale consenso e risolini o sguardi tipo dove vuole arrivare. Bene, dico, certo si fanno proporzionati a durata e finalità del viaggio.
Gli sguardi mutano quando aggiungo: chissà che grandi preparativi state facendo per l’ultimo viaggio, il più importante. Sconcerto… gli intraprendenti provano a parlare di testamento, di consenso informato, di cappelle funerarie. Invece la domanda riguarda i preparativi relazionali: intorno a ognuno di noi ci sono (spero) persone che sentiamo importanti, per loro ci pensiamo importanti: con esse contiamo di vivere bene, fino a quando morte non separi, come recita la nota formula.
Ho accolto dal 1999 nel servizio gratuito di Advar per le persone in lutto – Rimanere insieme il suo nome – un numero molto grande di dolenti per la morte di una persona cara.
Molti lamentano di non aver goduto a sufficienza con il defunto dei desiderati scambi, delle parole, degli abbracci, dei pensieri… insomma di non aver dato al legame lo spessore – quindi il significato, il potere, la gioia, la spiritualità e la vera intimità che avrebbe potuto esprimere.
Una sensazione di aver perduto qualcosa proprio nel tempo della vecchiaia/malattia del proprio familiare, distratti dalla pressione degli impegni, dall’operatività necessaria per assistere il proprio caro, dall’oppressione dei sentimenti di futura perdita.
Un insieme che produce sensi di colpa, rimpianti, questioni non finite, anche per la quotidianità pressante. Si manifesta quando si apre il tempo del lutto e aggiunge dolore che si risolve riaprendosi alle relazioni interpersonali, le precedenti lasciate un po’ andare e le nuove, magari appena abbozzate durante l’assistenza al proprio caro.
Un tempo la comunità di vita aveva il potere “terapeutico”, di riallacciare le relazioni e stemperare il dolore del lutto. Oggi questa risorsa sembra vanificata, e spiega la collaudata utilità dei servizi per il lutto per elaborare lutti e perdite.
Se siete arrivati fin qui a leggere, vorrei che vi domandaste a proposito dei vostri preparativi, se qualcuno intorno a voi, osservato con affetto e senza pregiudizio, vive i preparativi ultimi. Che cosa sono i buoni preparativi? È bene, è utile prendersi cura della famiglia intera quando un suo membro fronteggia malattie importanti, croniche, disabilità, vecchiaia?