Il primo fine settimana di novembre, grazie alla giornata festiva e al tempo finalmente soleggiato, sono potuta tornare in montagna a camminare nei boschi, immersa nella natura che amo. Oltre a godere della bellezza dei luoghi, queste passeggiate mi hanno come sempre fatto sentire bene, libera dall’ansia e dai problemi quotidiani.

Vorrei poter ritrovare almeno parte di questo legame con la natura anche nel paese in cui vivo, nel quale invece è sempre più difficile poterlo sperimentare.  Da questa riflessione prende spunto il racconto di un percorso che ho proposto ai miei alunni nelle prime settimane dell’anno scolastico appena iniziato.

In agosto, durante alcuni giorni trascorsi in montagna negli stessi luoghi, ho letto un libro che mi ha fornito l’ispirazione per un’attività da proporre ai miei alunni. Ne ho parlato con una collega, con cui condivido non solo la passione per la montagna, ma anche la voglia di progettare attività sempre nuove e stimolanti per gli alunni, legate al contesto in cui vivono, che crediamo siano importanti perché crescano cittadini consapevoli. Insieme abbiamo preparato un percorso di educazione civica basato sulle scienze e sull’italiano, con l’obiettivo di approfondire il ruolo degli alberi nel contrasto al cambiamento climatico.

Il libro è “Fitopolis. La città vivente” di Stefano Mancuso; agli alunni ho parlato dell’argomento del libro, delle considerazioni riguardo alla resilienza delle piante, molto superiore a quella degli animali, e della possibilità di concepire città diffuse più simili alle piante, piuttosto che ispirate al modello animale come lo sono ora. Insieme a loro ho letto l’ultimo capitolo del libro, “le vie degli alberi”; durante la lettura abbiamo discusso sull’importanza della presenza degli alberi nelle nostre città e la prima considerazione che un alunno ha fatto è stata quella riguardante la loro bellezza. Alla mia domanda “A cosa vi fanno pensare …..” l’alunno ha risposto “…ad un posto bello”; subito dopo molti altri studenti hanno raccontato della loro esperienza nei parchi di città più o meno grandi, italiane o estere, di quanto a loro fossero piaciuti e quanto si fossero sentiti bene a trascorrere del tempo al loro interno.

La collega di italiano, nello stesso periodo, ha letto con gli alunni il libro di Jono “L’uomo che piantava gli alberi”.

L’attività è proseguita con un questionario in cui gli alunni venivano invitati a riflettere rispondendo ad alcune domande come:

  1. quali sono i benefici che gli alberi svolgono per contrastare il cambiamento climatico;
  2. dove si può ricavare spazio per gli alberi nelle città secondo l’autore del libro;
  3. quali potrebbero essere le difficoltà nell’utilizzare gli alberi per contrastare il cambiamento climatico;
  4. come costruire una maggiore coscienza ambientalista tra la popolazione e quali iniziative potrebbe essere efficace proporre;
  5. gli studenti sono stati poi invitati a fare una passeggiata nel proprio quartiere per individuare posti adatti alla piantumazione, e a compiere una ricerca sulle città che stanno iniziando a piantare alberi per mitigare l’innalzamento della temperatura.

Le risposte sono state lette in classe e commentate. Molti di loro hanno osservato un cambiamento nei dintorni delle proprie abitazioni: nuove costruzioni, strade, parcheggi hanno sostituito le zone verdi. Hanno pensato ad alcuni posti in cui poter piantare nuovi alberi, ma soprattutto hanno notato come alberi molto grandi e sani, siano stati abbattuti per fare posto agli edifici, invece di cercare possibili strategie per preservarli. Tanti studenti hanno portato ad esempio il caso dell’abbattimento dei numerosi alberi del giardino della scuola primaria Marconi, che loro stessi hanno frequentato, e che hanno vissuto con estremo dispiacere. Queste osservazioni hanno portato i ragazzi a riflettere sul fatto che dovranno passare molti anni perché nuovi alberi possano crescere, perciò i benefici dalla piantumazione, comunque necessaria, non saranno a breve termine.

La conclusione del percorso si è svolta con una passeggiata al Bosco Ottolenghi di Favaro, durante la quale gli alunni hanno scattato foto e raccolto qualche campione vegetale da osservare allo stereoscopio a scuola. Entrambe le attività, passeggiata naturalistica e laboratorio scolastico, sono state accolte con grande entusiasmo.

L’esperienza di questa attività, e il continuo dialogo con gli alunni, hanno rafforzato la mia convinzione che sia necessario affrontare tematiche ambientali a scuola, in modo pluridisciplinare e approfondito. La conoscenza e la riflessione possono fornire ai ragazzi gli strumenti per compiere scelte consapevoli da adulti.

Chiara Mimmo
Chiara Mimmo Residente a Marcon e insegnante di Matematica e Scienze presso la Scuola Secondaria di Primo Grado “Malipiero” di Marcon. Laureata in biologia presso l’Università degli Studi di Padova. Vari interessi come le scienze, la lettura, il nuoto, la montagna.

2 COMMENTS

  1. Lodevole iniziativa gentile prof. ssa. I suoi ragazzi (e mi auguro anche i loro genitori) le saranno grati x aver “seminato” buoni grani in un quel “giovanile campo”* degno di esser ben coltivato, curato e mantenuto.

  2. La lettura di questo articolo mi ha reso oltremodo felice e mi ha spinto a tutta una serie di considerazioni. Innanzi tutto, mi ha fatto ricordare che la scuola è fatta, prima di tutto, dagli insegnanti, e vedere che ci sono insegnanti così preparati e intelligenti (dotati cioè di quella intelligenza creativa e sensibile), mi fa molto piacere. Vedendo poi, in giro, tanti ragazzi che sono con gli occhi incollati allo schermo del loro cellulare, penso che avrebbero proprio bisogno di una bella lezione, come quella di cui si parla nell’articolo. Ricordo che quando ero più giovane e vivevo con in miei genitori, uscivamo ogni giorno, tempo permettendo, per portare i nostri due cagnolini a fare una passeggiata, approfittando del fatto che vivevamo in un piccolo paesino con tanta campagna intorno. Spesso andavamo sull’argine del Po. Ricordo quanto era rilassante passeggiare immersi nell’aria buona, nel silenzio interrotto solo dal canto degli uccellini, dal rumore del lento incedere del fiume, guardando le splendide tonalità di verde delle varie piante, siepi ed alberi. Tornavi a casa rilassato, rigenerato nella mente e nel fisico. Oggi invece si va a fare “giri” nei centri commerciali. E torni a casa stanco, stressato e col mal di testa, oppure deluso per non aver potuto comperare qualcosa che magari poi, effettivamente, non ti serve neanche a renderti più felice, più soddisfatto. Sarà il progresso, ma io, alla fine, sono contento di essere un poco “all’antica”.

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