Leggo, con un senso di profonda delusione, le notizie che raccontano della grazia concessa da Joe Biden al figlio Hunter.
Una decisione che non riesco nΓ© a giustificare nΓ© ad accettare , per ciΓ² che rappresenta sul piano simbolico e politico.
Non servono analisi sofisticate per cogliere quanto un gesto del genere comprometta non solo la credibilitΓ di un leader e lβintegritΓ del suo operato ma lβintero senso di appartenenza di una militanza che si dichiara democratica convintamente.
Per chi nasce e vive, sempre credendo nei valori della democrazia, lβetica dovrebbe essere il faro che guida ogni scelta politica, senza eccezioni e senza scorciatoie.
πβπππ’ππ π§π¨π§ ππ¦π¦ππππ π¬ππ¨π§ππ’!
Γ facile parlare di trasparenza, di rispetto per le istituzioni, di giustizia uguale per tutti; piΓΉ difficile Γ¨ dimostrare coerenza quando in gioco ci sono affetti personali e pressioni enormi.
Ma proprio nei momenti di maggiore difficoltΓ , la politica deve essere esempio.
Deve elevare, non abbassare gli standard, soprattutto dimostrando con i fatti e con le leggi, dinon concedere mai sconti, a chi tradisce la fiducia del popolo.
La grazia al figlio Hunter non Γ¨ solo un autogol politico: Γ¨ un colpo inferto alla percezione stessa dellβintegritΓ delle istituzioni.
Biden, con questa scelta, non danneggia solo sΓ© stesso o la sua amministrazione, ma contribuisce a erodere quel fragile ponte di fiducia tra cittadini e politica.
E in un momento storico in cui il populismo e il disincanto crescono, un gesto come questo alimenta solo il cinismo e lβallontanamento.
Esce malissimo dalla scena politica un uomo che avrebbe potuto e dovuto incarnare il riscatto morale di una nazione spesso travolta dagli scandali, lasciando dietro di sΓ© lβombra di una scelta che, per quanto umanamente comprensibile, resta politicamente inaccettabile.
Lβetica politica non Γ¨ un optional, e su questo non possono esistere compromessi.