Intervista a Mario Dalla Tor, sindaco di Marcon dal 1985 al 1987, senatore dal 2013 al 2018 ed attualmente consigliere nel comune di Vigo di Cadore.

  • Come si è avvicinato alla politica?

Con le amicizie da giovane. Poi, anche per legami di famiglia, mi sono avvicinato ai Giovani Socialisti nel ‘72-73, appena compiuti i sedici anni.

  • Come era Marcon durante il suo mandato da sindaco?

Allora era un paese di settemila abitanti. Cominciava l’inurbamento senza piano regolatore, c’era solo il vecchio piano di fabbricazione. Nell’85 fu fatto il piano regolatore poi completato nell’86. C’era una fortissima domanda soprattutto da parte dei veneziani e mestrini che magari volevano costruirsi una villetta in campagna spendendo meno. Mancavano i servizi perché la pressione demografica di chi arrivava era troppo alta. C’era anche un problema economico, di bilancio, perché anche solo il contributo al welfare non riconosciuto dallo Stato per i servizi non era quello di adesso. L’inurbamento era ciò che ci permetteva di avere oneri di urbanizzazione per fare strade e marciapiedi, nel limite del possibile. Gli introiti sono cresciuti con l’arrivo della zona commerciale a partire da Zanchetta, garantendoci più spazio di manovra.

  • Nella sua lunga carriera qual è il politico che in assoluto l’ha colpita di più e perché?

Gianni De Michelis, ma non solo per ragioni di partito. Era di un’intelligenza unica, aveva una grande capacità di visione e di elaborazione e questo gli era riconosciuto da tutti, da sinistra a destra. Ero uno dei tanti che lui “allevava” per fare politica. Andavo spesso a riunioni e convegni che sembravano quasi una lezione universitaria. Oggi una cosa del genere non esiste più. Per farsi un’idea basterebbe ascoltare le registrazioni dei politici del tempo e confrontarle con quelle attuali, chiaramente senza fare di tutta l’erba un fascio. Oggi ci si forma da sé, usando internet o altro, ma così si rischia di scadere nel sintetico, negli slogan, nell’imprecisione. Lo scambio culturale è importantissimo e oggi si sta perdendo, insieme al confronto che esisteva anche tra le sezioni dei vari partiti a livello locale.

Mi ricordo che, quando ho voluto lasciare la segreteria provinciale della CGIL per candidarmi come sindaco di Marcon nell’85, De Michelis, allora ministro, organizzò due riunioni cercando di convincermi a non farlo. Il problema per me non era la carriera sindacale, ma la ripetitività che comportava il rimanere.

  • Com’era il suo rapporto con Silvio Berlusconi, fondatore del partito per cui ha svolto il ruolo di senatore?

 Il mio rapporto personale con Silvio Berlusconi è stato praticamente nullo, ho avuto la possibilità di scambiarci due parole, ma sempre in occasione di eventi di partito o manifestazioni ufficiali. Solitamente lui arrivava, salutava tutti, parlava e poi andava via. Sono stato coordinatore provinciale di Forza Italia dal 1999 al 2013 e, prima di allora, vice coordinatore tra il 1997 e il 1999. Erano ruoli importanti, eletti dai congressi, quindi avevo rapporti diretti   con i responsabili regionali e nazionali, ma non con lui. Di lui apprezzavo molto la straordinaria capacità di convincere e ispirare le persone, un talento che è stato la chiave del successo di Forza Italia. Era un motivatore nato, capace di aggregare e trasmettere entusiasmo alla base del partito.

  • Ci può dare un giudizio obiettivo sull’attuale amministrazione di Marcon?

L’attuale amministrazione ha beneficiato di una congiuntura favorevole, soprattutto grazie ai fondi del PNRR, che hanno permesso di realizzare diversi progetti importanti come la scuola elementare ed il municipio, che comunque mi sembrano interventi ben fatti. L’amministrazione ha dimostrato molta iniziativa, ma ci sono preoccupazioni per il futuro. La città sta invecchiando ed il tasso di crescita degli abitanti è in calo, il che riduce le entrate e aumenta i costi per mantenere i servizi. Inoltre, i trasferimenti statali sono sempre più ridotti, e questo significa che sarà difficile evitare aumenti delle tasse o tagli ai servizi nei prossimi anni. A mio avviso, l’amministrazione attuale ha lavorato bene su alcuni progetti, ma lascerà una situazione economica complessa da gestire per le future amministrazioni indipendentemente dal colore.

Mihai Sirbu e Alessandro Vinciati
Mihai Sirbu, nato e residente a Marcon, studente presso l'istituto Bruno-Franchetti. Vari interessi tra cui la tecnologia, la storia e l'attualità. Membro del gruppo Giovani di Marcon. Alessandro Vinciati. Studente. Nato a Conegliano e divenuto marconese all’età di tre anni. Fluente in italiano, inglese e rumeno. Da sempre interessato a svariati ambiti: dalla Scienza alla Storia, dalla politica alla tecnologia ed ai motori. Membro del gruppo Giovani di Marcon.

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