Nella prima mattinata di ieri 12 dicembre il consiglio comunale di Marcon è stato convocato per la discussione di tre interrogazioni, presentate dalla minoranza consiliare, su tre temi a dir poco centrali: la prima riguardava la gestione economica e qualitativa del nuovo asilo nido di Gaggio, la seconda l’avanzamento dei lavori per la costruzione del nuovo municipio e il piano occupazionale dei dipendenti; l’ultima, ma non per importanza, chiedeva chiarimenti sullo stato di avanzamento dei lavori di costruzione della nuova Casa della Comunità.

Definire ridicola questa seduta consiliare significherebbe usare termini fin troppo gentili e i motivi sono i seguenti: è ridicolo che il consiglio venga convocato alle ore 9.00 del mattino, nel mezzo di un normale orario lavorativo, affinché nessun cittadino possa assistere alla seduta.

Ridicola è stata la scarsissima partecipazione dei consiglieri di maggioranza (solo tre su dieci), senza parlare dell’ ancor più ridicola assenza del sindaco, primo responsabile delle scelte della sua amministrazione.

Come cittadino mi vergogno di un’amministrazione che brancola nel vuoto più totale. Dove erano i consiglieri di maggioranza e il sindaco? Nonostante ci sia un regolamento che permette loro di fare il “question time” all’ora che preferiscono, rendendo impossibile alla gente di vedere e partecipare, si permettono persino di assentarsi.

Vergogna!

Ma ciò che è veramente ridicolo e sconcertante sono state le risposte date dalla vicesindaco alle domande presentate dai consiglieri.

Alle domande concrete dei consiglieri Calce e Lacchin seguivano risposte vaghe e per nulla esaustive della vicesindaca.

I lavori procedono con regolarità, lasciateci lavorare. Questa è stata la risposta dell’assessore alla domanda dello stato di avanzamento dei lavori di costruzione della Casa di Comunità.

Tempestiva la risposta della consigliera Lacchin: “Di regolare non c’è nulla, visto che ad ora solo il 7,1% della costruzione è stata conclusa e il termine ultimo per la conclusione dei lavori è a fine 2026” (dati sono sul sito ufficiale PNRR).

Visto l’attuale livello di completamento sarebbe il caso che l’amministrazione iniziasse seriamente a fare la propria parte politica, che deve essere proattiva e non supina.

Se guardiamo alla provincia metropolitana di Venezia vedremo che la stragrande maggioranza delle case di comunità sono in via di completamento, mentre a Marcon i lavori non sono ancora iniziati.

La Casa di Comunità è un progetto fondamentale per ogni comunità, una struttura sanitaria che permette l’accesso più rapido a tutti i cittadini a trattamenti sanitari essenziali, oltre che ad attività consultoriali, servizi per la salute mentale e interventi per la prevenzione.

La sanità è un diritto inviolabile e deve essere accessibile a tutti i cittadini, con efficienza e rapidità.

Non è accettabile che l’incompetenza di un sindaco e della sua amministrazione mettano a repentaglio i sacrosanti servizi di un’intera città.

In conclusione, un’ultima annotazione sulla legittima interrogazione della minoranza relativa alle erogazioni dei finanziamenti Pnrr: la risposta baldanzosa del vice sindaco che vanta l’ottenimento di ben 3 milioni dei soldi previsti, dimentica che il ministro delle finanze Giorgetti ha già anticipato che le erogazioni dei finanziamenti saranno spalmati negli anni, almeno fino al 2029.

Sapere cosa significa?

Che per far fronte ai pagamenti degli investimenti effettuati il comune dovrà attingere a prestiti onerosi, i cui interessi saranno prelevati dai tagli alle spese correnti.

Cosa vuol dire?

Progetti faraonici di dubbia presenza, finanziati alle spalle degli ultimi.

Tommaso Syrtariotis
Studente di giurisprudenza presso UniPd Membro del Gruppo giovani Marcon e Giovane Democratico

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