Cari Lettori, come facciamo, ci siamo chiesti, ad esimerci dal porgere “i nostri migliori auguri” a chicchessia. Non è ragionevolmente possibile e per numerose ragioni: prima fra tutte perché tutti se li aspettano. Tutti gli umani con cui ciascuno di noi intrattiene relazioni sentimentali, commerciali o culturali, ne sono in attesa con le dita incrociate. Nella scaramantica speranza che funzionino effettivamente e dunque che servano a far andare le cose un po’ meglio. Hai visto mai che grazie ai nostri auguri Piantedosi diventa più umano, la Meloni meno autoritaria o Nordio meno vendicativo verso i suoi ex colleghi.
Comunque sia e preso atto che non possiamo farne a meno, i nostri auguri non vorremmo però destinarli a voi, che pure ci siete cari e che già ne ricevete tanti dai vostri cospecifici, ma agli altri viventi.
Alle piante e agli animali, di qualsiasi specie che non sanno che noi umani abbiamo inventato una divinità uguale a noi stessi e di cui ci riteniamo figli. Una divinità che ci dice ciò che è giusto e ciò che non lo è, ma che per duemila anni circa si è dimenticata di informarci che se distruggevamo voi e l’ambiente di questo piccolo Pianeta, non saremmo sopravvissuti noi stessi.
Ecco, detto questo, vi porgo a nome mio e dei Lettori che condivideranno il contenuto di questa breve nota, “i migliori auguri di sopravvivere”. Sopravvivere a noi, alle nostre folli “Pedemontane”, ai nostri subdoli “Boschi dello Sport”, al raddoppio delle piste e del traffico aeroportuali”, al consumo smodato di suolo con cancellazione della campagna che ci sfama, ai veleni e alla plastica che continuiamo a spargere a piene mani, alla pesca oceanica industriale, alla distruzione sistematica delle foreste equatoriali, agli affari di un disumano capitalismo vincente, alle feroci guerre di conquista e di vendetta, alle persecuzioni delle vostre specie ritenute invasive o pericolose.
Ce la farete? Noi speriamo di sì e anzi, vi esortiamo vivamente a mettercela tutta, a resistere e a combattere, se necessario. Semplicemente perché senza di voi noi non saremmo nulla e a nulla ci servirebbe “essere padroni del Pianeta Terra”, come vorrebbero certi testi sacri in cui ancora qualcuno incredibilmente crede.
Se tuttavia dobbiamo scendere nello specifico, eccoci ad augurare agli orsi bianchi dell’Artico di sopravvivere allo scioglimento dei ghiacci che i nostri combustibili fossili stanno causando; alle tigri dell’Amur di continuare ad essere divinità intoccabili per i popoli autoctoni che vivono nel loro territorio, ai lupi delle Alpi di variare il più possibile la dieta, aggiungendo alle costicine di vitello quelle di cervo, di cinghiale e di capriolo, agli orsi del Trentino di fuggire a gambe levate ogni qualvolta percepiscono la puzza di sudore della scimmia umana, alle nutrie della “Padania” di non farsi travolgere dalle auto di passaggio ogni volta che attraversano la strada, alle volpi del Veneto di lasciar perdere i fagiani di voliera liberati dai cacciatori e di dedicarsi alle assai più saporite pantegane, agli uccelli di laguna di non farsi ammaliare dagli zimbelli che galleggiano attorno alle botti da caccia, ai gaur della Thailandia di evitare il mirino dei miliardari americani a caccia di mummie cornute per il salotto, ai gorilla dei Vulcani Virunga di non prendersi il raffreddore dai troppi visitatori curiosi da cui ogni giorno sono spiati e fotografati … e così via, per migliaia e migliaia di altri casi, all’infinito.
E le piante? Dirà giustamente qualcuno: dimentichiamo le piante? Anche loro sono organismi viventi, anzi, sono persino più intelligenti dei maiali, che come si sa lo sono più dei cani, che lo sono a loro volta più degli umani.
Ma certo, caro Lettore, ma certo, siamo d’accordo e comunque non avevamo nessuna intenzione di ignorarle.
Auguri allora alle piante, a tutte, indistintamente. Anche a quelle che l’insipienza e la stupidità umane hanno travasato da un continente all’altro, trasformandole in organismi dannosi e invasivi.
Auguri di tempi migliori a tutti i viventi che interpretano semplicemente se stessi, come ha stabilito la vita, giocando con il sovrannaturale dispositivo dell’evoluzione.