Il 27 novembre è stata consegnata la raccolta firme inerente alla petizione “Richiesta ritiro variante 34 Piano Urbanistico e ripristino destinazione agricola”, che riguarda il terreno all’angolo tra via Pialoi e via Alta, dove il comune vuole costruire un ipermercato e un insediamento abitativo. Alle seicento firme si accompagna una lettera di presentazione qui riportata:

“Comprendiamo le ragioni della vostra scelta ma riteniamo che il costo delle sue conseguenze sia più alto rispetto ai benefici. Ci teniamo a sottolineare quanto per noi sia essenziale la bonifica del terreno a San Liberale, oggetto dello scambio intercorso con Alì Immobiliare, ma vi chiediamo di trovare una soluzione alternativa che non vada a distruggere un’altra zona della città. Visioni differenti vi portano probabilmente a non comprendere perché, secondo noi, lo sviluppo da voi scelto per via Pialoi sia dannoso, ma vogliamo rammentarvi che la comunità scientifica mondiale sta da tempo suggerendo di porre maggiore attenzione all’ambiente per il benessere presente e futuro di tutti.

La costruzione di un insediamento abitativo e commerciale così importante in via Pialoi aumenterà notevolmente il traffico commerciale e residenziale, già molto pesante, con conseguente incremento dell’inquinamento dell’aria. Le aree cementificate aumentano il calore in città di molto rispetto alle aree verdi. Quest’ultime, inoltre, permettono l’assorbimento di acqua piovana. Al contrario, il cemento aumenta il rischio di inondazioni e allagamenti, problema già presente a Marcon. La cementificazione danneggia l’equilibrio degli ecosistemi, la nostra salute e, in conseguenza, la nostra economia.

È anche probabile che ne risentiranno i piccoli negozi presenti sul territorio, che potrebbero, invece, permettersi nuove assunzioni, se diversamente tutelati. In questo momento storico, le necessità ambientali e la crescita della popolazione, che da qualche anno si è fermata nella nostra città, sono diversi; perciò, non si possono giustificare le azioni di oggi con le scelte e gli errori di altri nel passato. Certamente si è costruito troppo a Marcon e alcune scelte passate sono discutibili ma questo non significa che si possa agire ancora allo stesso modo. Il consumo di suolo oggi non è né necessario né giustificabile, non possiamo continuare con le stesse logiche del passato. Oggi la priorità è costruire meno.

La legge regionale Veneto n. 14 del 2017 afferma che il suolo è una risorsa limitata e non rinnovabile di fondamentale importanza per la qualità della vita. L’ obiettivo europeo è di azzerare il consumo di suolo entro il 2050. Le raccomandazioni mondiali hanno significato se applicate a livello locale, il bene di una città e della sua cittadinanza si ottengono dando spazio al verde e non al cemento. Ormai, quello che si cerca quando si sceglie dove abitare sono i parchi pubblici, la possibilità di passeggiare lontano dal traffico e al fresco. Se invece di spazi verdi si costruiranno ancora case e supermercati, Marcon continuerà a rimanere una città dormitorio, perché, per stare bene durante il giorno, i suoi cittadini dovranno andare altrove. Riteniamo, infatti, sarebbe una scelta migliore fare di via Pialoi un polmone verde della città in cui poter permettere ai cittadini di passare il tempo libero. Perciò, vi chiediamo di riconsiderare la vostra posizione in virtu’ di una progettazione più accurata e mirata.

Le seicento firme raccolte sono solo una rappresentanza del numero di cittadini che sostengono sia importante agire diversamente. Va compreso, infatti, che fare una raccolta firme non è semplice, per una serie di motivi: la difficoltà di pubblicizzare la cosa e raggiungere tutti perché possano essere informati; il tempo limitato per la raccolta; gli impegni lavorativi e di vita di chi raccoglie le firme, che non permettono di trovare sempre il tempo per la raccolta, e di chi vuole firmare ma è molto occupato, rendendo complicato l’incontro per la firma. Infatti, il numero di cittadini a favore di questa petizione è ben più alto ma ci sono degli impedimenti, come il timore che questa firma blocchi i lavori di bonifica a San Liberale.

Auspichiamo che, comunque vada, ciò non succeda. È per questo motivo importante comprendere anche che, se la maggioranza dei votanti dà delega ad amministrare, ciò non significa che autorizzi l’amministrazione ad intraprendere qualsiasi azione in ogni momento, senza prima essere informata, interpellata e ascoltata. Una volta eletti, si diventa amministratori dell’intera popolazione, perciò, garanti delle opinioni e delle necessità di tutti. Infatti, molti dei firmatari hanno affermato di aver votato per l’amministrazione attuale alle ultime elezioni amministrative ma di non condividere la scelta intrapresa per via Pialoi. Per questi motivi, vi chiediamo di considerare seriamente la nostra richiesta. Non desideriamo scontrarci con voi ma, piuttosto, chiedere una collaborazione per trovare una soluzione migliore. A tal proposito, suggeriamo di organizzare un incontro pubblico in cui poterci confrontare, prima che proseguiate col progetto di via Pialoi”.

L’amministrazione ha indetto un consiglio comunale per lunedì 23 dicembre alle 9.30 per discutere di questa petizione e di altre osservazioni riguardanti la variante al piano urbanistico, come il parco di via Meucci e quello di via Napoli. Tralasciando la scelta vergognosa di organizzare un consiglio comunale, così importante e tanto atteso dai cittadini, il giorno prima della vigilia di Natale e ad un orario in cui la maggior parte delle persone è a lavoro, e cercando di non cedere alla malizia di pensare che questa amministrazione non abbia alcun interesse nei confronti dei cittadini che gli chiedono un confronto ma, anzi, li voglia tener distanti, vi invitiamo ad essere presenti per far vedere che la vostra opinione conta. Non permettetegli di ignorarvi.

L’ultimo rapporto dell’Ispra sul consumo di suolo in Italia dovrebbe allarmarci, il cemento avanza al ritmo di circa 20 ettari al giorno. La riduzione dell’”effetto spugna”, ossia la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico, costerebbe al paese oltre 400 milioni di euro l’anno. Come vedete, non solo questione di ideologia.

Abbiamo il dovere di cercare di migliorare, ciò porterà giovamento alla nostra comunità ma anche, se agiranno così le altre comunità come la nostra, al mondo intero, e, quindi, ad ognuno di noi.

Luca Colussi
Studi in ambito scientifico, dipartimento di biologia all’università di Padova. Appassionato e curioso di scienza, storia, fotografia, politica, sport e cucina. Dai molteplici interessi, alimentati e approfonditi mediante la frequentazione di corsi in vari ambiti.

1 COMMENT

  1. Condivisibile al 100%. Purtroppo, si cita la legge regionale sul suolo, omettendo che con 17 deroghe allo stop al consumo di suolo, la regione Veneto è sempre stata in testa nella classifica del suolo consumato dal 2017(anno di entrata in vigore della legge) in poi. Una legge su cui andava fatta una raccolta di firme (ne servono 40.000 a livello regionale) per un referendum che abolisse le deroghe. Anche questa lottizzazione di Marcon rientra fra le deroghe della legge ossimoro sul suolo e che nessuna forza politica o associazione si è mai sognato di cercare di abrogare. Amen.

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