Il degrado dei marciapiedi a Marcon: tra incuria e scarsa attenzione al decoro urbano

Il consiglio fiume del lunedì prenatalizio a Marcon ha esaltato lo stile farsa della maggioranza, sempre più in difensiva rispetto alle osservazioni attente e pregnanti della minoranza. Durante la discussione, si è persino arrivati ad affermare che l’immagine del territorio sarebbe migliorata, un’idea che suona quantomeno discutibile.

È evidente come ci si sia dimenticati di ciò che rende un territorio accogliente e vivibile: il decoro urbano. Un concetto che non si limita agli orribili esempi di cementificazione, come il “mostro” di piazza Municipio, ma che si estende a elementi quotidiani, simboli della vivibilità di una città. Tra questi, la pulizia e la manutenzione dei marciapiedi, che sono un biglietto da visita per chi vive e attraversa Marcon.

Basta fare una passeggiata per le strade della città per notare l’incuria dilagante. Prendiamo come esempio, per Marcon, via Don Ballan e via Don Bosco: erbacce che spuntano ovunque, buche che diventano vere e proprie trappole, pavimentazioni sconnesse che mettono a rischio la sicurezza dei pedoni, soprattutto anziani e persone con mobilità ridotta. Penso poi a Gaggio, con via Enrico Fermi che presenta dei marciapiedi ormai devastati dalle radici degli alberi non curati; o via Don Sturzo, dove i marciapiedi sono letteralmente inesistenti, sostituiti da selciati di sassi e erbacce; lo stesso vale per San Liberale: esempio lampante è via Dante Alighieri, dove un cartello stradale indica come “zona pedonale” nuovamente un selciato malridotto, fatto di ghiaia e foglie. Ora viene naturale pensare come questi marciapiedi, o selciati, siano letteralmente inagibili per molte persone, soprattutto quando con il maltempo si allagano di fango.

E non mi limito solo a raccontare a parole: allegate a questo articolo sono presenti le immagini che testimoniano quanto detto.

Questo scenario non solo rappresenta un problema pratico, ma comunica anche un’immagine di trascuratezza che colpisce chi vive quotidianamente questi luoghi.

Se l’amministrazione intende davvero migliorare l’immagine di Marcon, dovrebbe partire dalle basi: interventi concreti di manutenzione, pianificazione di una pulizia regolare e investimenti in un’urbanistica che sappia coniugare funzionalità e bellezza. La cura dei marciapiedi non è un dettaglio trascurabile, ma un simbolo tangibile dell’attenzione al territorio e ai suoi abitanti.

Riflettere sul significato del decoro urbano è un compito che spetta non solo a chi governa, ma anche alla cittadinanza. Ogni cittadino, con i propri comportamenti quotidiani, può contribuire a preservare e valorizzare gli spazi comuni. Tuttavia, affinché questo impegno abbia un senso, deve essere accompagnato da un’amministrazione che dimostri di credere davvero alla centralità del decoro urbano come fondamento per una città più vivibile e accogliente.

Marcon merita di più. La comunità deve interrogarsi su cosa significhi vivere in un territorio decoroso e su come l’inerzia e l’incuria possano essere superate. Perché un marciapiede ben tenuto non è solo una questione estetica, ma un simbolo di rispetto verso tutti coloro che vivono la città ogni giorno.

Tommaso Syrtariotis
Studente di giurisprudenza presso UniPd Membro del Gruppo giovani Marcon e Giovane Democratico

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