Le uniche parole di speranza che in questi giorni sono giunte da una terra che ha smarrito la ragione sono quelle che Mariann Edgar Budde, vescovo della diocesi episcopale di Washington, ha rivolto direttamente a Trump. Parole che nessun politico ha avuto la lucidità e il coraggio di pronunciare. Parole attuali e preziose che riguardano anche noi e che andrebbero lette e commentate nelle scuole.
“Lasciatemi fare un ultimo appello, signor Presidente. Milioni di persone hanno riposto la loro fiducia in voi e, come avete detto ieri alla nazione, avete sentito la mano provvidenziale di un Dio amorevole.
Nel nome del nostro Dio, vi chiedo di avere pietà delle persone che in questo momento nel nostro Paese sono spaventate.
Ci sono bambini gay, bambine lesbiche e giovani persone transgender nelle famiglie democratiche, repubblicane e in quelle indipendenti, e alcune di queste persone temono per le loro vite.
Le persone che raccolgono la frutta nei campi e puliscono i nostri uffici; che lavano i piatti dopo che abbiamo mangiato nei ristoranti e lavorano nei turni di notte negli ospedali.
Loro potrebbero non essere cittadini o avere la documentazione in regola. Ma la stragrande maggioranza delle persone immigrate non sono criminali. Pagano le tasse e sono buoni vicini. Sono membri fedeli delle nostre chiese, moschee e sinagoghe.
Vi chiedo di avere pietà, signor Presidente, di coloro nelle nostre comunità i cui figli temono che i loro genitori vengano portati via. E che aiutiate coloro che fuggono dalle zone di guerra e dalle persecuzioni nelle loro terre a trovare compassione e accoglienza qui.
Il nostro Dio ci insegna che dobbiamo essere misericordiosi con lo straniero, perché un tempo eravamo tutti stranieri in questa terra“.