Le rivoluzioni del 1848-1849 segnano un momento cruciale nella lotta tra il dispotismo delle vecchie monarchie e le aspirazioni liberali e democratiche. Sebbene la “primavera dei popoli” sia stata repressa, il suo fallimento non ferma l’ascesa del liberalismo e della democrazia, che alla fine porterà all’introduzione di regimi costituzionali e parlamentari, consolidando il potere borghese.

In Veneto, i moti repubblicani del 1848 vedono un entusiasmo iniziale tra i ceti meno abbienti, ma nel 1849 questo entusiasmo svanisce, evidenziando la mancanza di coinvolgimento della classe dirigente nel movimento contro l’Impero asburgico e segnando una prima frattura tra le classi sociali.

Anche a Mogliano, questo malcontento si manifesta chiaramente. Le diverse ideologie si scontrano e si intrecciano nelle osterie, nelle piazze, per le strade e nelle campagne, influenzando la vita quotidiana. La classe dirigente di Mogliano rimane legata ai maggiori proprietari terrieri austriaci, che non favoriscono lo sviluppo industriale e agricolo del paese.

La dipendenza delle amministrazioni moglianesi dall’aristocrazia austriaca è evidente nella nomina di Lorenzo Bianchi come Responsabile della Delegazione comunale di Mogliano nel 1848. La sua amministrazione è segnata dalla repressione dei moti rivoluzionari e dalla collaborazione con le autorità austriache, incluso l’arresto e l’esecuzione di patrioti locali.

Nel 1854, il sindaco Lorenzo Bianchi viene sostituito da Giovanni Bertoglio, anch’egli affiliato al potente barone Bianchi, confermando il continuo dominio dell’aristocrazia austriaca sul territorio moglianese.

Fonti:
Il morbo infuria, il pan ci manca - Mogliano 1848-1849 – Ennio Tortato – 2019.

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