Come giovani siamo vicini ai temi dell’ambiente e della biodiversità. A difendere la loro integrità da inquinamento e cementificazione sono spesso le riserve naturali. Volendo sapere di più, abbiamo avuto l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con il responsabile dell’Oasi Lipu Cave di Gaggio Nord, Sandro Stefani.

Ci viene spiegato come l’Oasi di Gaggio, nata nel 1985, faccia parte di una rete di circa una trentina di organizzazioni simili, le quali si impegnano sia singolarmente che insieme al fine di educare al rispetto dell’ambiente ed alla sua tutela. Le Cave, fonte di argilla fin dall’Ottocento e forse sfruttate anche per ricavare materiali per la costruzione dell’antica Altino, ospitano numerose specie di uccelli migratori e non, fornendo un ambiente ottimale grazie agli specchi d’acqua formatisi sui luoghi di estrazione abbandonati. L’Oasi è la casa di diverse specie vegetali, nonché di fauna ittica ormai rara.

Tanto è cambiato dagli anni ‘80. All’epoca la creazione di un’oasi ha ricevuto una discreta opposizione, etichettandola come una perdita di terreni che sarebbero potuti essere coltivati, ma nel tempo si è riusciti ad andare oltre al fattore del guadagno personale dando una certa attenzione anche alla conservazione del territorio. Oggi l’articolo 9 della Costituzione “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”, mentre il 41 stabilisce che l’iniziativa economica privata non può svolgersi in modo da recare danno, fra gli altri, all’ambiente. Si è capito quanto certi farmaci di uso comune siano dannosi per la salute di flora e fauna, si veda il caso del numero di avvoltoi in India dal 1980, e quanto dei corsi d’acqua inquinati inficino gli equilibri degli esseri viventi del territorio. Oggi si parla di più del cambiamento climatico e dei suoi effetti: basti pensare che specie dell’Africa subsahariana come l’Ibis Sacro sono state avvistate nell’Oasi di Gaggio.

Si può fare ancora di più. Si deve puntare sui giovani, anche attraverso la scuola. Si deve capire che il nostro pianeta è un macrorganismo in cui ogni elemento ha una sua funzione e se uno di tali elementi viene a mancare, si rompono delle catene alimentari che sono alla base della vita e, di conseguenza, della biodiversità. Si potrebbero creare dei “corridoi ecologici”, anche di semplice struttura come un filare di alberi, per permettere agli animali spostarsi da una zona adatta alla loro sopravvivenza ad un’altra. Si potrebbe puntare di più sul “turismo green”, creando percorsi ciclopedonali appositi che valorizzino strutture come l’Oasi di Gaggio.

Quindi, detto ciò, si può affermare che l’Oasi Lipu di Gaggio Nord rappresenta un esempio di come la collaborazione tra istituzioni, organizzazioni ambientaliste e comunità possa promuovere la conservazione della biodiversità e sensibilizzare sulle questioni ambientali anche attraverso l’educazione e il coinvolgimento delle future generazioni costruendo un futuro più sostenibile per tutti.

Mihai Sirbu e Alessandro Vinciati
Mihai Sirbu, nato e residente a Marcon, studente presso l'istituto Bruno-Franchetti. Vari interessi tra cui la tecnologia, la storia e l'attualità. Membro del gruppo Giovani di Marcon. Alessandro Vinciati. Studente. Nato a Conegliano e divenuto marconese all’età di tre anni. Fluente in italiano, inglese e rumeno. Da sempre interessato a svariati ambiti: dalla Scienza alla Storia, dalla politica alla tecnologia ed ai motori. Membro del gruppo Giovani di Marcon.

2 COMMENTS

  1. Esempio virtuoso di quanto da 42 anni stiamo cercando di realizzare a Mogliano Veneto alle cave di Marocco ove non si riesce a far applicare gli artt. 41 e 42 della Costituzione.

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