I “Fifties” sono gli anni del miracolo economico quando ogni sogno sembra a portata di mano. Protagonista assoluta di questa breve ma intensa “età dell’oro” é stata certamente la Fiat 600, la vettura che ha motorizzato l’Italia.
Gli anni Cinquanta segnano il momento del rilancio dell’industria automobilistica nazionale e il definitivo ingresso dell’Italia tra i paesi più rilevanti in questo settore. Basti pensare che se nel 1945 le vetture di marche nazionali prodotte erano appena 2.093, nel 1950 diventano 101.310. Modelli simbolo del periodo sono la Fiat 1400, le Alfa Romeo 1900 e Giulietta Sprint e la Lancia Aurelia per quanto riguarda la fascia alta, mentre Fiat 1100/103 e Lancia Appia sono le auto di riferimento della fascia media. Questi modelli però restano ancora lontani dalla portata economica della maggioranza degli italiani e gran parte delle vetture “economiche” in circolazione derivano ancora da progetti anteguerra come la Fiat 500 C “Topolino” o la Lancia Ardea. Ma la crescita esponenziale della richiesta di mobilità è ormai inarrestabile. Segnale inequivocabile del bisogno di viaggiare con qualsiasi mezzo è il fatto che per quasi tutto il decennio si vendono molte più motociclette che auto, con Vespa e Lambretta a fare la parte del leone, tanto che solo nel 1959 si avrà il sorpasso nelle vendite delle quattro sulle due ruote. Comunque nella seconda metà del decennio decolla la grande diffusione dell’automobile grazie al cosiddetto “miracolo economico”, spinto dai finanziamenti alla ricostruzione del piano Marshall, che favorisce la crescita del potere d’acquisto delle famiglie. Così gli italiani si trasformano da risparmiatori a consumatori e aspettano solo l’occasione giusta (per le loro tasche) di diventare automobilisti.
E l’occasione viene loro data al Salone di Ginevra del 1955 quando appare un’altra creatura del padre della Topolino, l’ingegner Dante Giacosa: la Fiat 600.
La nuova vettura nasce in un momento storico nel quale solo un italiano su 138 può permettersi un’automobile e circolano sulle nostre strade meno di 800.000 veicoli.
“Andrà in mano anche e soprattutto a gente che non sa guidare e per molti sarà la prima automobile della loro vita, perciò deve resistere a qualsiasi maltrattamento” aveva richiesto espressamente il Presidente della FIAT Vittorio Valletta ai progettisti e infatti rispetto alla Topolino la 600 compie un notevole passo avanti. La struttura è a scocca portante (cioè telaio e carrozzeria riuniti in un unico elemento), le sospensioni sono su quattro ruote indipendenti mentre il propulsore, collocato posteriormente, è un quattro cilindri in linea di 633 cc. raffreddato ad acqua. La collocazione nel vano motore anche del radiatore causerà spesso problemi di surriscaldamento nelle torride estati italiane ma la linea di discendenza di questo piccolo capolavoro meccanico sarà lunghissima e si concluderà solo nel 1999 con la Cinquecento prodotta in Polonia.
La 600 comunque si dimostra una quattro posti comodi, con prestazioni dignitose, parca nei consumi e soprattutto economica da acquistare e gestire. Costa 590.000 Lire e gli italiani si impegnano a onorare pacchi di cambiali pur di avere le agognate quattro ruote che consentano alla famiglia una mobilità mai nemmeno sognata dalla generazione precedente. Nel film di Dino Risi “I mostri” del 1963, Ugo Tognazzi, appena ritirata la sospirata 600 dall’autosalone, telefona orgoglioso alla moglie precisando: “Ho firmato cambiali per 25 minuti, ho ancora il braccio che mi fa male!” E vale la pena di ricordare che i tempi di consegna di allora per una utilitaria superavano i 12 mesi!
D’altra parte, sono questi gli anni nei quali le regole del consumismo fanno apparire beni prima riservati a pochi come indispensabili e soprattutto accessibili a tutti. Dopo il frigorifero, la lavatrice e la televisione, l’automobile diventa ben presto la voce di spesa più importante assieme all’acquisto della casa. Simbolo del potere economico raggiunto, l’auto permette un nuovo stile di vita perché consente alla famiglia spostamenti nel fine settimana in località turistiche, magari non troppo lontane. Negli anni Cinquanta le autostrade sono ancora pochissime (circa 700 chilometri in tutta Italia) ma la voglia di viaggiare supera qualsiasi difficoltà. Restano famose le istantanee del periodo che ritraggono file interminabili di utilitarie stracariche di persone, con i finestrini aperti per vincere il caldo estivo e con una incredibile quantità di bagagli nel portapacchi sul tetto, grazie ad un codice della strada decisamente permissivo che verrà rinnovato solo nel 1959.
Inoltre il successo di vendite della 600 significa anche un primato industriale perché, oltre a consentire alla FIAT di superare la barriera delle 1000 vetture al giorno e di diventare una delle più importanti industrie automobilistiche mondiali, provoca a ricaduta la nascita di tutta una miriade di aziende grandi e piccole della componentistica. Un processo capace di stravolgere il tessuto sociale dell’Italia che in pochi anni passa da paese prevalentemente agricolo a potenza industriale in quanto la necessità della grande industria di reperire sempre più forza lavoro genera imponenti flussi migratori interni che trasferiscono nelle grandi città del Nord migliaia di lavoratori meridionali. E proprio per loro la 600 diventa l’agognato obiettivo da raggiungere, affiancata nel 1957 dalla Nuova 500 che viene a sostituire la Topolino. Nel segmento superiore, chimera irraggiungibile da ammirare con il naso incollato alle vetrine dei rutilanti autosaloni, resta la Fiat 1100/103, la mitica “millecento” per la quale occorre però una disponibilità economica almeno doppia e che diventa invece lo status symbol della piccola borghesia.
In conclusione, per quanto riguarda il mercato automobilistico, gli anni Cinquanta raggiungono risultati clamorosi con un parco circolante nazionale che passa da 577.000 a 2.087.000 vetture. Un decennio che si chiude dunque all’insegna dell’ottimismo tanto che nel 1959 il Financial Times assegna alla Lira italiana l’Oscar per la moneta più stabile e sulle note di Nel blu dipinto di blu il paese entra negli anni Sessanta sempre più spensierato e soprattutto sempre più motorizzato.
Treviso 29 04 2024 – Grazie di questo contributo…