Le Olimpiadi si sono concluse da pochi giorni, ma le difficoltà e le polemiche sono ancora oggetto di discussione. L’edizione di Parigi 2024 è stata all’insegna dello spettacolo, ma le critiche sono state molte e rivolte soprattutto all’organizzazione: strutture, logistica e gestione degli imprevisti. Sono note a tutti le lamentele degli atleti sulla vita all’interno del villaggio olimpico: letti di cartone, mancanza di aria condizionata e cibo di dubbia qualità. Certamente l’opinione degli atleti è molto importante, ma non vanno dimenticate tutte le difficoltà che si nascondono dietro l’organizzazione di eventi di carattere mondiale. Inoltre il proposito dell’organizzazione parigina era quello di ridurre al minimo l’inquinamento e di ridurre al minimo la costruzione di nuovi edifici in favore della riqualificazione e la trasformazione di strutture già presenti in città.
Anche la cerimonia di apertura è stata molto criticata per la scelta delle esibizioni. A opporsi sono stati soprattutto i membri della Chiesa francese e non solo che hanno definito la cerimonia d’apertura offensiva, esagerata ed eccessiva riferendosi soprattutto alla reinterpretazione dell’episodio biblico dell’Ultima Cena con le drag queen.
Le difficoltà non sono finite qui. Il caso più clamoroso ha coinvolto il fiume che attraversa la città: la Senna.
Il fiume è stato scelto come scenario della spettacolare cerimonia di apertura dei Giochi e come luogo per la frazione di nuoto del triathlon olimpico individuale e misto e per le gare di nuoto di fondo maschile e femminile.
Le cose non sono andate come l’organizzazione francese si aspettava. I problemi sono iniziati con l’annullamento degli allenamenti delle squadre di triathlon a causa di un livello di inquinamento del fiume rischioso per la salute degli atleti. Le acque sono state esaminate costantemente ogni giorno, ma questa incertezza ha costretto l’organizzazione ad annullare la gara femminile di triathlon in programma per martedì 30 luglio. Potrebbe all’apparenza sembrare un cambiamento di poco conto, ma per atlete di alto livello anche un solo giorno di ritardo e l’impossibilità di testare le acque potrebbero mettere a serio rischio la prestazione per cui stanno lavorando da una vita.
È stato un azzardo per l’organizzazione francese proporre la Senna come luogo di svolgimento di queste gare poiché non era un fiume balneabile e per renderlo tale sono stati investiti molti soldi, ma non sono stati sufficienti per arginare il problema dell’alto livello di Escherichia coli e quello delle forti correnti che rendono difficoltoso il nuoto. A giugno i livelli di inquinamento erano ancora molto alti, ma a luglio sembravano essere scesi al minimo indispensabile per poter garantire la sicurezza degli atleti. Purtroppo nei giorni successivi il livello è tornato a salire probabilmente a causa delle forti piogge che hanno colpito Parigi che hanno intasato il sistema fognario. Il 31 luglio i test hanno dimostrato il ritorno dei parametri alla normalità, così le atlete sono state avvisate la mattina presto che la gara si sarebbe svolta alle ore 8:00. La situazione sarebbe potuta essere gestita decisamente meglio, mettendo le atlete nella migliore condizione psicologica per poter affrontare una gara importantissima, un sogno che si stava realizzando per molte atlete che si vedono catapultate sulla linea di partenza senza sapere cosa poteva aspettarle. Lo stesso giorno alle ore 10:30 si è svolta la medesima competizione al maschile.
Tutto sembrava essersi concluso positivamente, ma qualche giorno dopo alcuni atleti hanno iniziato a sentirsi male: febbri, problemi intestinali e di stomaco. Alcuni sono stati ricoverati in ospedale e costretti a rinunciare alla staffetta mista in programma per il 5 agosto. Non sono stati trovati collegamenti diretti con possibili contagi avvenuti all’interno della Senna, ma i dubbi sono davvero tanti. Nessun medico, federazione o atleta ha esplicitamente dichiarato una correlazione diretta, ma la probabilità che l’infezione sia stata contratta proprio in gara è davvero alta.
La stessa sorte è toccata anche ai nuotatori della 10 km che hanno subito l’annullamento degli allenamenti. Oltre all’inquinamento gli atleti hanno dovuto fare i conti con le fortissime correnti che rendevano il nuoto estremamente faticoso e con i rovi che si trovavano lungo gli argini della Senna dove la maggior parte degli atleti hanno nuotato per ripararsi il più possibile dalla forza della corrente.
Aveva davvero senso continuare a voler far disputare a tutti i costi delle gare lungo la Senna per il bel panorama da “cartolina ricordo”, mettendo a rischio la salute e le prestazioni degli atleti?
La situazione poteva essere gestita decisamente in modo diverso, mettendo gli atleti al centro di questo evento, come è giusto che sia, e non tutto ciò che è di contorno a un evento di tale portata.