LE PIANTE VELENOSE

Le piante sono organismi che appartengono ad un Regno diverso dal nostro, di animali primati. Forse per questo non è facile capirle; comprenderne, cioè, le intime dinamiche biologiche, i caratteri fisiologici, le forme e le strategie di comunicazione, le proprietà sensoriali e quant’altro distingue i vegetali viventi. Loro sono diverse e speciali e si fanno amare soltanto dagli spiriti eletti. Non a caso otto umani su dieci le conoscono molto approssimativamente e ne parlano mediante un lessico rozzo ed elementare, formato da una mezza dozzina di appellativi, quali “erba, erbacce, sterpi, sterpaglia, cespuglio, albero, spine” e così via.

Per questa stessa ragione le piante hanno saputo custodire certi loro segreti assai più a lungo degli animali, anche se la frequentazione umana del Regno Vegetale è antica quanto la stessa umanità.

Uno degli aspetti più interessanti della lunghissima relazione ecologica tra l’Uomo e le piante è quello del riconoscimento delle specie commestibili e di quelle velenose. A loro spese, infatti, gli umani hanno imparato che certe specie di piante, si tratti di erbe, arbusti o alberi, sono dotate di sostanze chimiche che, qualora ingerite, causano gravi disturbi e persino la morte. Di veleni, insomma, proprio come accade per certi animali.

E proprio come accade per certe specie animali, che possono uccidere con il veleno, inoculato mediante un morso o ingerito con parti dello stesso animale, anche le piante possono farlo; e per le stesse ragioni e dunque per ragioni difensive.

Il veleno contenuto nei tessuti vegetali, infatti, altro non è che una sostanza la cui funzione è quella di scoraggiarne il consumo da parte degli animali fitofagi, ovviamente uomo compreso.

Si tratta di veleni di natura e composizione assai diverse, che sono talvolta contenuti in particolari organi della pianta (radici, foglie, frutti) o in tutta la pianta e che comunque possono essere utilizzati anche come medicamenti. In altre parole, la dose con cui viene assunto un veleno può trasformarlo in sostanza medicinale e dunque adatta alla cura di particolari patologie. Ecco allora che il veleno vegetale diviene prezioso anche per l’uomo, come già sapevano alchimisti e fattucchiere fin dalla preistoria.

Quali sono comunque le piante velenose che vivono accanto a noi, nei prati o nei boschi e talvolta nelle stesse nostre abitazioni, in quanto coltivate come piante ornamentali.

Ebbene esse sono relativamente numerose e conoscerle è interessante. Anzi, dovrebbe far parte di quel bagaglio minimo di cultura naturalistica che ogni cittadino dovrebbe possedere.

Per citarne alcune ci limiteremo, in questa sede, alle specie più popolari. Ad esempio, sono velenosi tutti i ranuncoli o, meglio, tutte le specie del genere Ranunculus. Lo sono le specie del genere Senecio e dunque le belle margheritine gialle che si osservano in alcuni biotopi erbacei. Lo è in particolare il Colchico (Colchicum autumnale), che contiene la mortale Colchicina e che, per la sua somiglianza al Croco e allo Zafferano, può trarre in inganno i raccoglitori dilettanti. Sono velenose tutte le piante appartenenti alla famiglia Solanaceae, quella del pomodoro, delle melanzane, del peperone dei nostri orti, che contengono la Solanina, eliminata però con la cottura. E lo sono pure le Euphorbiaceae, compresa la graziosa “Stella di Natale”, che come le altre contiene un lattice velenoso nei tessuti; e, ancora, il grazioso Mughetto (Convallaria majalis), oltre alla rara Cicuta (Conium maculatum).

Tra gli arbusti viene sconsigliato vivamente il consumo alimentare dei fiori del Maggiociondolo (Laburnum anagyroides; L. alpinum), che somigliano a quelli di Robinia ma che sono velenosi. Velenoso risulta anche il diffusissimo Oleandro (Nerium oleander), in tutte le sue parti.

Quanto poi alle piante d’appartamento, c’è solo l’imbarazzo della scelta; nel senso che la maggioranza di esse risultano portatrici di sostanze tossiche per l’uomo e per gli animali domestici.

Prudenza, dunque, anche nel semplice contatto diretto della pelle con la linfa o i succhi di talune piante. È pur vero che i casi di intossicazione letale sono fortunatamente molto rari, ma voler essere informati è sempre la scelta giusta.  

Michele Zanetti
Michele Zanetti vive vicino alle sponde del Piave e di acque, terre, esseri viventi si è sempre occupato. Prima come "agente di polizia provinciale" e adesso come naturalista a tutto tondo. È stato il cofondatore di un attivo centro didattico "il Pendolino" , ed è l'autore di una cospicua serie di libri su temi ambientali di cui è anche capace illustratore. ha intrapreso anche la via narrativa in alcune pubblicazioni recenti.

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