Quali prospettive sociali poteva avere una ragazza metà Cherokee e metà nera negli Stati Uniti degli anni Venti? Praticamente nessuna, eppure Bessie Coleman volle fermamente diventare una aviatrice e contro ogni probabilità ci riuscì. Questa è la storia della sua breve vita.
Elizabeth “Bessie” Coleman nacque il 26 gennaio 1892 in Texas, decima di tredici figli di George, di discendenza Cherokee e Susan Coleman, afroamericana.
Quando aveva sei anni doveva camminare 4 miglia ogni giorno per raggiungere la scuola per neri costituita da una sola stanza, dove amava leggere e si dimostrò una brava alunna soprattutto in matematica.
Qui completò tutti gli otto gradi scolastici ma ogni anno la frequenza veniva interrotta dalla raccolta del cotone. Nel 1901 Il padre abbandonò la famiglia per cercare fortuna in Oklahoma e la madre per mantenere i figli fece la domestica nelle case dei bianchi. Nel 1915 Bessie si trasferì a Chicago dove si manteneva lavorando come manicure.
Qui sentiva i racconti dai piloti di ritorno a casa dalla prima guerra mondiale e maturò il desiderio di diventare aviatrice ma non riusciva a ottenere l’ammissione a scuole di volo americane perché nera (nessun aviatore voleva addestrarla) e per di più donna. Grazie al suo lavoro conobbe Robert S. Abbott fondatore e editore del settimanale Chicago Defender, che la incoraggiò a trasferirsi all’estero dandole anche un aiuto economico.
Una volta accolta la sua richiesta di iscrizione ad una scuola di volo in Francia, Bessie seguì un corso di francese per poi imbarcarsi alla volta dell’Europa nel novembre 1920. Presso il campo di volo a Le Crotoy imparò a pilotare un biplano Nieuport dotato di “un sistema di guida che consisteva in un bastone verticale dello spessore di una mazza da baseball davanti al pilota e una barra sotto i piedi per controllare il timone”. Così si volava a quei tempi….
Il 15 giugno 1921 Elizabeth Coleman divenne la prima donna afroamericana a conseguire un brevetto aereo dalla Fédération Aéronautique Internationale. Restò in Francia altri due mesi per perfezionare la sua tecnica di pilotaggio e nel settembre del 1921 ritornò trionfalmente negli Stati Uniti.
La sua impresa venne messa in risalto dalla stampa e diventò subito un personaggio pubblico ma l’era del volo commerciale era ancora di là da venire e per vivere facendo l’aviatrice a Bessie non restava altro che diventare pilota acrobatico, una forma di spettacolo molto di moda negli anni Venti, praticata anche Charles Lindbergh agli inizi della sua carriera. Era però una specialità molto pericolosa e necessitava di un addestramento particolare ma, come al solito, negli USA nessuno era disposto a dare lezioni ad una donna di colore pur se famosa.
Così nel febbraio del 1922 Bessie ritornò in Francia a completare un corso avanzato di volo e poi si recò in Olanda per incontrare Anthony Fokker, uno dei progettisti aeronautici più importanti che le fece ottenere presso la Fokker Corporation in Germania un ulteriore addestramento avanzato.
Tornata finalmente negli Stati Uniti con la preparazione giusta “Queen Bess”, come veniva chiamata, divenne un’attrazione molto popolare. Volava principalmente con un biplano Curtiss JN-4 “Jenny” (vedi foto di apertura) e fece la sua prima esibizione acrobatica il 3 settembre 1922 al Curtiss Field di Long Island in un evento in onore dei veterani di un reggimento di fanteria formato di soli uomini di colore.
In quella occasione Coleman venne presentata come “la più brava donna volante del mondo”: ne aveva fatta di strada la bambina che interrompeva la scuola per raccogliere il cotone! Sei settimane più tardi si esibì a Chicago in una dimostrazione di manovre temerarie tra cui looping, tonneau e passaggi rasoterra guadagnandosi la reputazione di pilota abile che non si fermava davanti a nulla. Nel febbraio del 1923, a Santa Monica, si ruppe una gamba e tre costole quando il suo aereo andò in stallo e si precipitò ma una volta rimessa in sesto Bessie tornò subito a volare perché, come amava dire, “è l’unico posto in cui non ci sono pregiudizi”. La lotta contro ogni forma di discriminazione animò sempre la sua attività.
Per esempio, quando le fu offerto un ruolo in un film accettò con entusiasmo sperando di guadagnare una somma che le avrebbe consentito di aprire una scuola di volo. Ma dopo aver appreso che nella prima scena doveva apparire in abiti laceri, con un bastone e un fagotto di stracci sulla schiena, abbandonò il set perché nonintendeva ribadire l’immagine dispregiativa che veniva associata ai neri. E per questo motivo rifiutò sempre di esibirsi in manifestazioni dove le persone di colore non erano ammesse o erano in qualche modo discriminate da ingressi o posti separati.
Il 30 aprile 1926 Bessie decollò da Jacksonville durante una manifestazione aerea ma quel giorno, contrariamente al solito, non allacciò la cintura di sicurezza perché stava progettando di lanciarsi con il paracadute il giorno successivo e voleva sporgersi oltre il bordo della cabina per esaminare meglio il terreno. Dopo circa dieci minuti di volo, uscendo da una picchiata l’aereo entrò in vite e Bessie venne sbalzata fuori a circa 600 metri di quota schiantandosi al suolo.
Aveva 34 anni. “Sto per aprire la scuola di volo” aveva scritto nell’ultima lettera alla sorella ma non vide mai realizzato il suo sogno.
Aveva però senza dubbio vinto la sua doppia sfida come donna e come afroamericana in una società ancora molto lontana da una vera integrazione sia razziale che di genere. Elizabeth “Bessie” Coleman è sepolta nel Lincoln Cemetery di Blue Island in Illinois.