Oggi, mi cimento a parlare di moda.
Non per frivolezza, ma perchΓ© la moda italiana Γ¨ stata, per decenni, il simbolo di unβItalia che ha dimostrato di poter essere . . . grande, a differenza di un oggi in cui si osservano solo i resti di un impero svanito.
Dagli anni β70 sino alla fine del millennio , grazie a una filiera artigianale unica al mondo e a una congiuntura irripetibile, la moda italiana si Γ¨ imposta con unβesplosione di creativitΓ e talento che in poco piΓΉ di dieci anni ci ha portati a competere con la Francia, storica regina del settore e a primeggiare con merito nel mondo.
Erano gli anni di ππ«π¦ππ§π’, πππ«π¬πππ, π ππ«π«πΜ, ππ«π’π³π’π, ππ’π¬π¬π¨π§π’, πππ―ππ₯π₯π’, ππ¨π¬ππ‘π’π§π¨, πππππ’π§π¨π§π’, e tanti altri che meriterebbero di essere menzionati .
Una generazione irripetibile, che ha plasmato il gusto, lβestetica, il lusso, dando vita a un movimento straordinario.
Riflettendoci, mi viene semplice affermare che quanto accaduto esalta un limite congenito tipicamente nazionale: βla mancanza di visione e di programmazione. β
οΏΌIl nostro genio si manifesta come un fuoco dβartificio: abbagliante, improvviso, ma senza continuitΓ .
Non sappiamo costruire sul talento, non abbiamo creato un sistema capace di rigenerarsi e rinnovarsi, sostituendo i grandi maestri con nuove generazioni altrettanto forti.
E cosΓ¬, mentre lo Stato e le istituzioni avrebbero dovuto proteggere ed esaltare questa eccellenza, abbiamo sacrificato tutto sullβaltare del profitto immediato. Invece di investire nel futuro, abbiamo svenduto il presente.
Il tanto esaltato made in Italy di oggi, in realtΓ rappresenta un feticcio che Γ¨ stato smembrato, delocalizzato, . . . trasformato in unβetichetta vuota da apporre su prodotti realizzati altrove, con materiali di qualitΓ inferiore, un colosso fragile, che sopravvive piΓΉ per nostalgia che per slancio innovativo.
E, mentre il nostro artigianato si spegne o viene colonizzato dal lusso francese, le nostre scuole di moda non producono piΓΉ rivoluzioni e i nostri grandi marchi finiscono nelle mani di multinazionali straniere.
Sarebbe semplice ridurre tutto alla casualitΓ .
Γ il frutto di una politica cieca e di un capitalismo vorace, incapace di pensare oltre il trimestre fiscale.
Si Γ¨ trasformato un miracolo in macerie, con un quesito da tentare di porsi: ci interessa ancora ricostruire?