Ma Halloween è necessario? Direi di sì. Lasciate perdere ogni giudizio precostituito e ragionate sui numeri. Il giro d’affari in Italia dovrebbe aggirarsi sui 200 milioni di euro, in ripresa dopo il crollo dell’anno scorso, quando a causa del Covid vi fu una contrazione dell’85%. La ripresa piena è ancora lontana, i locali sono parzialmente chiusi e portare troppo in giro i bimbetti travestiti da scheletrini non è cosa in questo inizio novembre. Interessante però scoprire che la spesa per l’acquisto di zucche è rimasta inalterata, 15 milioni, sorridenti loro, le zucche, ma rincarate del 25%.
I numeri italiani sono comunque risibili rispetto a quelli americani. Pensate che solo per i costumi, chiamiamoli così, spendono 38 $ a famiglia e l’80% delle famiglie li acquistano! Calcolatrice alla mano si arriva alla pazzesca cifra di 3,3 miliardi, neanche per l’Afghanistan hanno buttato via i soldi così.
Torniamo all’Italia prudente. Ormai la festa celtica ha battuto come volume di vendite il nostro carnevale, basta guardare e memorizzare la scaffalatura dei supermercati o confrontare un povero bimbo triste vestito da Zorro con un mostriciattolo ghignante e questuante. Le zucche hanno battuto i coriandoli.
Abbiamo parlato di soldi ma adesso vediamo le due formazioni in campo. I contrari. La chiesa innanzitutto che mal sopporta il ritorno di riti pagani, satanici o giù di lì. Gli intellettuali eterni sconfitti dalla commercializzazione del mondo. E poi c’è chi vede nell’ americanizzazione l’affossamento delle tradizioni popolari: cara vecchia “suca baruca”.
Ognuna di queste obiezioni alla festa meriterebbe un tomo di approfondimento ma invece passiamo alla formazione contraria quella degli entusiasti.
È una festa che ha origini popolari, più universali di quanto si creda, e quindi merita un posto accanto alle altre tradizioni. Soccorre l’economia, traina settori svariati, l’industria del divertimento, l’abbigliamento, la ristorazione… Aiuta a superare la paura della morte, avete presente le feste messicane? si impara ad accettarla. E poi piace ai bambini, piace tanto sfidare il buio suonando i campanelli.
Aggiungiamo una chiosa sugli arbitri. Le maestre. Anni fa con il pio intento di introdurre ed accettare altre culture hanno sdoganato questa curiosa festa un po’ celtica e un po’ cinematografica. Adesso molto meno, piace molto di più ai genitori e alle loro chat.
Altri arbitri perplessi: le forze dell’ordine. I vandalismi, le intemperanze durante questa notte sono ogni anno più pericolosi. Non i bambini per carità ma gli adolescenti, non sempre modelli di virtù e temperanza in questo periodo.
Comunque, in teoria sarebbe solo una festa, anzi una festicciola per far divertire i bambini con un po’ di finte paure. Uguale, ripetitiva, consumistica in tutto il mondo. Globalizzazione e scherzetto.