Il progetto di creare un enorme campo fotovoltaico di 9 ettari a cavallo della tangenziale nord di Mogliano va contro il buon senso e rappresenta l’ennesima ferita al nostro territorio. L’iter autorizzativo va assolutamente fermato. Perché è innegabile che questo sta diventando un business speculativo, mascherato dalla necessità di produrre energia pulita. Ma possiamo permetterci altro consumo di suolo in una Regione che da anni è ai vertici di questa triste classifica? Possiamo produrre energia pulita danneggiando l’ambiente, il paesaggio e l’agricoltura di qualità?

Recentemente in provincia di Treviso il fotovoltaico ha messo gli occhi su duecento ettari di terreno agricolo e molti sono già coperti da pannelli solari. Purtroppo negli ultimi mesi le richieste sono moltiplicate grazie anche all’inerzia della Regione, che sul tema continua a rinviare l’approvazione di una norma per regolamentare il settore. Infatti, dopo aver archiviato la proposta di legge regionale n. 41 per problemi di costituzionalità, e distante anni luce dalle direttive comunitarie e nazionali in materia di rinnovabili, la Regione Veneto è al lavoro con un nuovo progetto di legge, il n. 97, che dovrebbe salvaguardare le colture sottostanti i pannelli e bloccare in maniera quasi definitiva la realizzazione di questi impianti, limitandola al 5% della superficie del fondo agricolo su cui insistono. La legge è urgente perché sulla base di quanto assegnato alla nostra Regione dal Piano Nazionale, serviranno nel Veneto per il fotovoltaico, entro il 2030, spazi equivalenti a circa 5.000 ettari, di cui solo il 30% con posa sui tetti, mentre per il restante 70% sarebbero necessarie installazioni a terra.

Eppure le alternative esistono, ad esempio seguendo alla lettera quanto previsto dal Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) che rappresenta lo strumento regionale di governo del territorio. Le norme tecniche, all’articolo 30, indicano che gli impianti fotovoltaici ubicati al suolo devono preferibilmente essere installati nelle aree industriali, a grande distribuzione commerciale ed in quelle compromesse dal punto di vista ambientale, ivi comprese quelle costituite dalle discariche controllate di rifiuti e dalle aree delle cave dismesse. Inoltre la loro progettazione deve prevedere un corretto inserimento paesaggistico ed eventuali opere di mitigazione.

Daniele Ceschin
Nato a Pieve di Soligo il 20.12.1971. Storico con un dottorato di Storia sociale europea dal medioevo all’età contemporanea. Docente a contratto di Storia contemporanea dal 2007 al 2011 all’università di Ca’ Foscari di Venezia. Autore di pubblicazioni a carattere storico. E’ stato Vicesindaco a Mogliano Veneto dal 2017 al 2019.

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