Ovunque, in ogni città, paese o strada che si attraversi in questi giorni, si assiste ad un tripudiare di luci, in attesa che si faccia chiarezza (?!) illuminiamo giardini, balconi, facciate, in una ideale e forse inconsapevole continuità con la festa pagana del sole, Sol Invictus, celebrazione del solstizio d’inverno.

Il solstizio corrisponde alla notte più lunga e al giorno più corto dell’anno, fissato convenzionalmente il 21 dicembre, fenomeno celebrato nell’antichità come una rinascita.  Il sole, al minimo della sua potenza, vince le tenebre e diventa invincibile.

Romani, Egiziani, Siriani insieme a molti altri popoli festeggiavano il sole, a dimostrazione di una devozione radicata in molte culture.

In questo periodo dell’anno, in cui le ore di buio prevalgono, vi sono varie ricorrenze che si rifanno alla luce.

In India Divapali è una delle più importanti feste, si festeggia nel mese di ottobre o novembre. Simboleggia la vittoria del bene sul male ed è chiamata “festa delle luci.

Nel mondo ebraico a Chanukkah (quest’anno dal 28 novembre al 6 dicembre) si usa accendere, in un candeliere a 9 braccia vicino alla finestra, delle candele, una al giorno. Ancora, festa delle luci.

Il Natale deriva dalla celebrazione del solstizio d’inverno.

Aureliano nel 274 fu il primo imperatore romano a istituire il 25 dicembre la festa del Sol Invictus. Costantino, nel 330, trasformò la ricorrenza in celebrazione cristiana facendo coincidere quella data con la nascita di Cristo.

Il cristianesimo prima, la chiesa cattolica poi, hanno trasformato antiche feste e riti pagani in ricorrenze di impronta confessionale con l’obiettivo di sradicare culti politeisti preesistenti, evangelizzare, estendere il proprio potere.

Tuttavia, al di là dello storicamente accertato, il Natale ha un indubbio richiamo simbolico. Si festeggia il venire alla luce, la nascita, la rinascita. Segno di salvazione e rinnovamento, tramite la presenza sacralizzata di una Donna (anche qui si può cogliere l’eco delle divinità greche e romane partenogeneticamente sufficienti a sé stesse, autogeneranti) che offre il suo corpo perché l’Altro si manifesti. È questa l’origine della consuetudine di scambiarsi doni? Maria si fa dono. O è ancora diversa? Risale forse alla necessità di stabilire legami sociali in cui la corresponsione diventi un obbligo di reciprocità?

In un percorso all’inverso la festa si è “paganizzata”, ha perso via via il suo carattere religioso, ma non per questo si è laicizzata. (Inciso: le festività del calendario italiano, tranne il 25 aprile il 1° maggio, il 2 giugno, derivano da quello cristiano).

Eppure. Eppure, questo sfavillio (in barba al rincaro delle bollette) illumina un periodo buio, difficile, in cui non sappiamo se vedremo la luce, ma vogliamo insieme sperare….

E laicamente mi rifaccio ad una frase bellissima (Bibbia docet) “Fiat Lux”.

Che Luce Sia!

Emanuela Niero
Sono nata sotto il segno dei Pesci, mi piace guizzare. Sono femminista, faccio parte del gruppo l’8sempre donne Mogliano, sono partigiana, ho fatto parte del direttivo ANPI di Mogliano Veneto, mi piace leggere per me e per bambine bambini adulti con le lettrici di “Quante storie!”. Lo yoga mi accompagna molti anni.

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