“Modulando il quarto suono con la conchiglia, quello offerto dagli antenati, avevo notato un gran numero di effetti ed eventi… la netta sensazione di una presenza che si muoveva e che a tratti mi seguiva…” sono probabilmente queste le parole che, tratte dal “Sentiero Spirituale” di Gregory G. L Roberts[1], sintetizzano meglio il CD “Respira” della cantautrice cadorino- trevigiana Erica Boschiero.
Poiché l’artista, rispetto alla sua precedente produzione, dimostra di avere metabolizzato ritmi, suoni e parole, propendendo per un’affabulazione di maggiore profondità espressiva, incline ad un lirismo a tratti ancora chiaroscurale, ma finalizzato a focalizzare atmosfere sonore più asciutte e nel contempo di più ampio respiro; sciogliendo e annodando con rinnovata energia le immagini, le metafore e i suoni che compongono il suo universo creativo.
I testi e le musiche infatti trasmettono un senso di maggiore attenzione all’ascolto della natura e delle sue “vibrazioni”, da quelle più dirette e ferine, a quelle di più sublimante evocatività, facendo sì che quest’ultima fatica discografica risulti un’altra importante tappa del percorso creativo della cantautrice.
Anzi un punto di svolta, perché “Respira” è entrato proprio in questi giorni, nella rosa dei finalisti della Categoria “Miglior Disco in assoluto” del “Premio Tenco” 2022, insieme artisti, come Cristina Donà, Marracash ed altri.
Per questo e per la sua recente partecipazione alla Prima Edizione del “Festival: “Canzoni e Parole”, tenutosi lo scorso 11 e 12 maggio a Parigi, interamente dedicata alla figura umana artistica di Claudio Lolli, abbiamo raggiunto telefonicamente l’artista in una delle sue pausa- prove:
Ciao Erica, com’è andata la rassegna in omaggio a Claudio Lolli:
Bene, un bel ritrovarsi fra colleghi, e le serate sono state tutte e due sold out: è bello misurarsi col pubblico francese, curioso di conoscere le novità della musica d’autore italiana.
Paolo Capodacqua, Edoardo De Angelis, Marco Rovelli, Giorgia Zangossi ed altri nomi vecchi e nuovi della Canzone d’autore, come avete interagito?
C’è sempre molta stima reciproca, anche tra generazioni diverse. Con Max Manfredi, Giua, Erica Mou e Gigi Marras ci sono amicizie decennali, con Paolo Capodacqua e Edoardo De Angelis sono nate lì, e stanno già portando frutto in termini di confronto reciproco e contatti quasi quotidiani
Cosa pensi ti abbia lasciato la memoria di Claudio Lolli?
Un’urgenza. Lui sentiva il “collettivo”, il “noi”, con una forza straordinariamente unica. Il suo cantare degli ultimi, il suo andare senza compromessi contro il sistema di sfruttamento capitalista, il suo sguardo verso il diverso, sono stati scuola per tutti quelli che fanno questo mestiere.
Nell’ambito delle tue collaborazioni più significative c’ è stata quella con un altro grande scomparso della musica italiana, Fausto Mesolella (Avion Travel), cosa ricordi di lui?
Fausto era un orso, lui stesso amava definirsi così. Era burbero in apparenza, di poche parole, ma con un cuore grande e un’umiltà disarmanti. Fu lui ad occuparsi del primo arrangiamento della mia canzone “Souvenir”, più di dieci anni fa, aprendomi le porte della sua tana-studio e dandomi fiducia. Credo fu anche grazie a quella fiducia che con quel brano vinsi il Premio per il Miglior Testo a Musicultura nel 2012. Il suo tocco sulla chitarra poi, resterà unico. Un suono inimitabile, un gusto raffinato e sanguigno.
E dei numerosi altri artisti con cui hai collaborato e/o duettato?
Di certo Neri Marcorè. Che oltre che la voce che duetta con me su E resta il grano e su tante altre canzoni dal vivo, è un amico. Anche lui, oltre all’indiscutibile professionalità, mi ha colpito da subito per la sua straordinaria umiltà e generosità.
Ma soprattutto il mio alter-ego artistico, l’arrangiatore dei miei due ultimi album, “Respira” e “Tornerem a Baita”, Sergio Marchesini. Un artista sensibile, capace di tradurre le sfumature dei miei brani donando loro profondità, apertura e una forza emotiva ancor più intense. Una collaborazione che spero porti ancora tanti frutti!
Torniamo al tuo ultimo disco
Mi sta impegnando molto è una prova di grande stima quella del Premio Tenco che l’ha inserito tra i migliori dischi italiani in assoluto di quest’anno. Abbiamo dato vita ad una collaborazione con FSC Italia, Ong che si occupa di certificare le foreste italiane gestite in maniera responsabile, e grazie a questa nuova partnership realizzerò un tour nelle foreste del nord e centro Italia certificate, accompagnata da Sergio Marchesini. E poi continuiamo a portare in scena i due spettacoli nati con l’attore Vasco Mirandola: Alberi e Mancamento Azzurro – concerto poetico per Andrea Zanzotto. Dei progetti futuri preferisco non parlare per ora… sorpresa!
Come si collocano rispetto alla tua precedente produzione artistica;
Diciamo che la direzione è sempre quella di scavare più in profondità, liberarsi dagli orpelli per andare al cuore delle domande che lo stare in questo tempo e in questo spazio portano… Non viviamo un tempo semplice, né da vivere, né da raccontare, leggere o interpretare. Si possono osservare i segnali, i dettagli, le parole dette, per cercare di intuire una direzione, un’alternativa… ciò che so è che voglio che il mio continui ad essere un lavoro di squadra: mettere insieme forze, idee e competenze. Respira lo ha dimostrato: lavorare insieme porta lontano!
Nelle tue canzoni dai solitamente un grande spazio, oltre che all’ impegno civile, all’ ecologia, come vivi il “mal di terra” che stiamo attraversando in questo momento;
Ci siamo persi, è l’epoca dell’ego-sapiens: in virtù del nostro interesse, piacere, benessere, abbiamo sacrificato casa nostra e i suoi abitanti. Non c’è giorno che non pensi a questo, che questo non mi faccia tremare le ginocchia. Per questo continuo a scriverne… è così assurdo che la specie che si ritiene più intelligente sulla Terra sia quella che sta facendo la cosa più stupida: autodistruggersi, e portare con sè migliaia di altre specie animali e vegetali innocenti. Questa cosa mi manda ai matti.
Tu hai lavorato molto anche sulle tematiche inerenti alle migrazioni, hai qualcos’altro da aggiungere?
Quando arrivano le rondini a primavera sorridiamo, le attendiamo con ansia. Non fanno altro che migrare verso luoghi dove le condizioni di vita sono migliori di quelle che lasciano. Ma se lo fanno gli esseri umani, allora diventa un problema. Abbiamo abdicato alla nostra umanità in virtù di confini e privilegi. Anche questo credo ci presenterà il conto prima o poi.
Prima testo, prima musica o senza schemi fissi quando scrivi?
Dipende dalle canzoni. In genere prima un’emozione, che nei momenti creativamente più fecondi si traduce simultaneamente in parole e melodia, su un tappeto armonico che rappresenta quell’emozione. A volte invece il punto di partenza è una frase, altre volte una linea melodica, dipende!
Qual è l’habitat ideale (se c’è) per Erica Boschiero, quando deve scrivere una canzone?
Anche qui dipende, a volte il bosco, a volte una stanza isolata di montagna… in genere però ho bisogno di natura e solitudine… qualche volta anche il treno, i paesaggi che scorrono dal finestrino svuotano i pensieri e lasciano arrivare cose da molto lontano…
Sei una di quelle convinte che il disco e il Cd in fondo un po’ come il libro non si estingueranno mai del tutto dal mercato?
Temo che il cd farà presto la fine delle musicassette. Forse il vinile resterà, come oggetto di culto, come le carrozze che portano in giro i turisti nelle città storiche. Ma la tecnologia va in un’altra direzione, decisamente liquida e, temo, di consumo piuttosto superficiale…
Che rapporto hai con la letteratura e cosa pensi di chi usa, in modo più o meno appropriato, la parola poesia per una canzone?
Mi nutro di romanzi, racconti e poesie fin da bambina, sono uno dei pozzi prediletti da cui attingere idee ed emozioni “di partenza” … ma non mi piace parlare di poesia quando scrivo canzoni. La canzone deve sottostare necessariamente a delle “regole”, più o meno rigide a seconda del genere… strofe, ritornello, metrica, rime, corrispondenza alla linea melodica… non si ha la stessa libertà che si ha sul foglio bianco del quaderno di poesie… poi ci sono cantautori che si sono avvicinati con le loro canzoni fin quasi a toccarla, la poesia, ma non sono molti. E poi io vado piano a chiamare poeti anche quelli che si dichiarano tali ad alta voce, perché stendono sulla carta decine di versi cesellati di parole raffinate, compiendo in realtà voli pindarici attorno al nulla… ce ne sono tanti… torniamo al discorso del delirio dell’ego-sapiens. Credo che la poesia sia una cosa delicata. È toccare il cuore delle cose in punta di dita, lasciar intravedere, perdersi e abdicare a sé stessi, al proprio bisogno di piacere.
Quanto è importante per te il mistero e la spiritualità, rispetto all’ algoritmia imperante?
Molto. L’arte attinge da lì. Quando si scrive si ha a che fare con il mistero. A volte si ha la sensazione che non siamo noi ad usare le parole, ma che siano loro ad usare noi… come se la canzone esistesse già da qualche parte, e noi fossimo solo un ponte perché si manifesti… Coltivare tutto questo è fondamentale, credo. L’algoritmo non potrà mai davvero prevedere l’imprevedibilità della vita, nè tantomeno fornirne un senso. Quello va cercato altrove…
Nel frattempo, prosegui con le date dal vivo
Si l’8 suono qui a Mogliano Veneto e sarò accompagnata da Sergio Marchesini alla Fisarmonica, Enrico Milani al Vioncello, Andrea Ruggeri alle Percussioni e Francesco Ganassin ai Fiati. Per le date successive vi invito a consultare il sito ericaboschiero.it
Vincerà il “matematico” o il “poeta”?
Eheh… credo che vinceranno entrambi, se continueranno a cercare insieme una strada…
Che magari li condurrà al “Premio Tenco”?
Lo spero proprio!
Discografia di Erica Boschiero.
E resta il grano con Neri Marcorè
[1] Neri- Pozza, Venezia, 2022.