Non mi sono mai piaciuti i “giorni dopo”.

Se si era perso è evidente perchè non li amavo.

Se si era vinto avevo una strana malinconia quasi indecifrabile e credo dovuta allo stress di tanti giorni passati a lavorare in passato senza ore e senza sosta.

Ora sono trascorse molte ore, ho sentito amici e compagni, ho letto i giornali (non ho sentito la tv, vivo una totale idiosincrasia per come la politica è trattata), ho scorso fb.

Posso mettere a disposizione una serie di appunti in particolare sul Centro Sinistra.

Senza pretesa alcuna.

Così per riflettere un po’.

* l’estrema sinistra (Sinistra Italiana e Verdi), conferma due dati.

Da una parte la positività della sua alleanza con il PD.

Ha portato sicurezza, cambiamenti nel PD stesso, possibilità di puntare a conquiste importanti ed infine eletti in Parlamento.

E senza eletti in Parlamento è difficilissimo far politica in questi anni.

Dall’altra è confermato che l’estrema sinistra è debole.

Anche se è strutturata, organizzata e pensante.

Si ferma al 3.5% ripetendo i dati del passatoAggiungo il fallimento di Unione Popolare.

Fallimento perchè supera di poco l’1%.

Probabilmente deve in parte ringraziare i 5* e Conte.

L’antagonismo degli ultimi mesi manifestato dai grillini ha attratto un voto di sinistra arrabbiato e irriducibile nel suo giudizio negativo del PD.

Un voto a cui potevano ambire come Unione Popolare.

Definirla ora residuale è un complimento.

Piuttosto direi testimonianza, non aggiungo nulla su Italia Sovrana e Popolare.

Solo che ogni voto che ricevono i rossobruni è un insulto e che la percentuale che hanno raggiunto è sempre “troppa” anche se piccolissima.

* Articolo 1 non ha recitato una parte visibile in questa “vicenda elettorale”.

Annacquato nel PD non è divenuto attrattivo per il PD e nemmeno per se stesso.

Gli eletti ci sono ma sono frutto di un accordo, non di una percentuale conquistata.

E qui vi è certo un errore di Speranza ed anche di Letta (il primo dei tre che sottolinerò).

Per il futuro ora c’è un unico “da farsi”.

Contare nel dibattito del PD.

Da partecipanti al Partito stesso o da consociati?

Credo che la scelta sia già fatta ma forse si apriranno opportunità nuove.

* Bersani ha capito tutto di Conte e dei 5*

E lo ha detto:

“Non ho mai pensato e non penso che i 5 Stelle possano sostituire la sinistra.

Hanno maturato una serie di sensibilità che somigliano a una sinistra di nuovo conio.

Ma contro la disuguaglianza, che è una zavorra per l’economia e per la democrazia, le colonne per contrastarla la sinistra le sa da sempre: diritti e dignità del lavoro, fiscalità progressiva, welfare universalistico.”

Conte è un uomo intelligente, spregiudicato e dallo stomaco forte.

Ha provocato la crisi di Draghi voluta dalla destra che non sapeva però come dichiararla.

Ha cambiato la pelle di un Movimento antipartito facendolo diventare un Partito.

Ha virato a sinistra perchè la “sua” destra l’aveva già persa oltre che per ragioni passate.

Non ha avuto problemi nel passare dalla Lega al PD in poche ore.

Ed infine ha portato avanti alcune politiche oggettivamente necessarie come il Reddito di Cittadinanza e l’aiuto alle fasce più deboli del Paese.

Con un metodo populista nel linguaggio e spesso scorretto nel non tener conto di opportunità strutturali e non episodiche?

Si.

Ma lo ha fatto ed altri hanno cincischiato.
I 5* però sono fragili, il voto a loro è prestato in antagonismo ad una sinistra insufficiente e troppo spesso assente da luoghi, ceti e problemi.

Sarebbe sbagliato però non cogliere che esprimono esigenze reali della gente, degli emarginati, dei lavoratori non garantiti.

In mezzo a tutto ciò c’è tanto da cambiare ma il rapporto con loro è necessario.

Ineludibile.

E l’errore di Letta (il secondo che cito) è stato quello di chiudere a doppia mandata la porta delle relazioni.

Il rapporto doveva e poteva continuare.

Non dico però che dovesse necessariamente avere un risultato elettorale.

Perchè?

Semplice, la base del PD è dei suoi votanti aveva in parte una distanza profonda dai 5*.

E medesima distanza vi era in una parte dei 5* per il PD.

È evidente poi che durante le elezioni Letta avrebbe voluto un campo largo da Calenda e Renzi ai 5*.

È altrettanto evidente che non era cosa, sarebbe miseramente saltato così come è stato.
* Calenda e Renzi sono un discorso a parte.

Venivano da due pesanti sconfitte che il loro drammatico “ego” non poteva prevedere: Roma perduta per Calenda e Italia Viva in crisi rispetto alla sua OPA sul PD per Renzi.

Avevano un unico obbiettivo.

Mi direte voi che si trattava della sconfitta del PD.

Certo, anche questo.

Infatti essere incapaci di conquistarlo ha generato molto dell’astio manifestato in campagna elettorale.

Ma il vero dramma per Calenda e Renzi è stato il loro risultato rapportato a quello di Forza Italia.

Infatti non sono più Centro, ci sono anche gli uomini e le donne di Berlusconi ed ancora una volta il Centro sceglie la destra.

Per cui o i nostri referenti citati si accodano da buoni ultimi o ricadono nelle spire della sinistra.

Il 7 e qualcosa % non è nè carne nè pesce.

*il PD è stato al Centro della campagna elettorale.

Perchè la Meloni lo ha individuato furbamente come il nemico autorevole e legittimante.

Perchè per Calenda e Renzi era il bacino di voti da succhiare.

Perchè Conte ha capito con sagacia che le posizioni di un PD istituzionale, di governo e draghiano poco si adattavano ad una sinistra arrabbiata, spesso antagonista, innervosita per le posizioni ritenute troppo atlantiste.
E ha capito bene.

Infatti dai sondaggi che davano ad inizio campagna il 22% al PD si è rapidamente passati al 19.1% dei risultati effettivi.
Qui vi è un errore realmente inconcepibile di Letta ( il terzo ed ultimo che citavo)

Il voto utile.

È stato giocato subito, all’inizio, sacrificando ogni contenuto, ogni idea forte, ogni progetto.

Ciò ha mostrato un Partito ridotto alla mera difesa (ed io stesso durante la campagna elettorale ho sofferto di questa situazione perchè l’antitesi alla Meloni era vera ma non spendibile in quel momento iniziale e per tutta la campagna).
Questa scelta sottovalutava due dati.

Da una parte la Meloni pur essendo percepita spesso come fascista aveva altre doti di antitesi al potere che la premiavano.

Ed in ogni caso, dall’altra, questa percezione non era modificante i valori decisivi dei contenuti  perchè questi contenuti dal PD non venivano trattati come prioritari.
La verità è che il PD scontava il suo essere partito leggero, privo di appendici sociali forti e determinate.

Scontava il non esserci nei luoghi di lavoro, nelle periferie, nei momenti in cui la gente che ha problemi reali spesso drammatici si aspetta di trovare una chiave di comprensione della realtà e di capacità organizzativa per uscirne positivamente.

Gli altri mondi, quelli colti, legati ad una forma di chiara posizione sociale avanzata il PD in parte li aveva.

Ma non poteva gettare liane relazionali perchè era monco di una parte, come ho scritto.
Durante la campagna elettorale questi nodi sono venuti tutti al pettine anche con alcune forzature sui candidati che però non sono e non possono essere scambiate come causa della sconfitta.

E così il PD è stato al Centro delle attenzioni e delle ambizioni di chi lo voleva spolpare.
Il PD rimane però, per le parole che prima ho citato di Bersani, fondamentale per ciò che può accadere in futuro.

Ma un PD che deve fare i conti con la realtà.

Quella che c’è, non quella che si vorrebbe.
Mi dispiace che Europa+ non abbia raggiunto il 3%.
Ho trovato tra i rappresentanti di quella lista veramente il segno di preparazione e impegno.

Una borghesia illuminata direi, seria e non populista, capace e non disponibile ai traffici che a volte la politica nasconde.

Mi permetto di dire che questi mondi dovrebbero trovare casa in un partito più grande.
Finisco con due riferimenti.

Il primo a Berlinguer.

Ho scritto che in passato non ebbe paura di guardare al nuovo anche distante in idee e proposte come parte importante del suo Partito.

E ho scritto anche che quel Partito non accettava cooptazioni fredde ma desiderava sempre confronti anche forti ma sempre veri.

Due facce di una medaglia.

Che non sono certo prive di senso oggi.

Il secondo a Letta.

Da sempre amo Paperino quand’anche sconfitto e non sopporto Topolino a cui non ne va mai male una.

E quindi chi è tradito da Renzi prima e da Calenda poi non può non ispirarmi simpatia personale.

Però ho indicato quali errori ha, a mio avviso, compiuto.

E quindi il giudizio politico rimane e coglie positivamente il suo non volersi ripresentare come Segretario del PD al Congresso.

E mi fa piacere che non scelga l’Aventino e si presti a seguire il Congresso per impedire forme imbarbarite di lavoro.

Tutto ciò mi porta a dire che è proprio una brava persona di cui voglio vedere anche il bicchiere mezzo pieno. E anche questo ha un senso oggi.

Maurizio Cecconi
Veneziano, funzionario del PCI per 20 anni tra il 1969 ed il 1990. Assessore al Comune di Venezia per quasi 10 anni è poi divenuto imprenditore della Cultura ed è oggi consulente della Società che ha fondato: Villaggio Globale International. È anche Segretario Generale di Ermitage Italia.

1 COMMENT

  1. Treviso 03 ottobre 2022
    Complimenti per la tua analisi approfondita ed imparziale, in particolare rivolta ai partiti della sinistra. Non sono un elettore del PD, ma non credo che fosse necessario rifondare un partito che tra l’altro aveva Letta, un segretario capace ed onesto intellettualmente. Gianni Milanese

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